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‘Il vero, il falso e il verosimile’ di Corrado Bellora: un romanzo e un sogno nel cassetto che diventano realtà

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di Redazione

Forse il segreto è non tenere i sogni nel cassetto. Bisogna usarli. Bisogna osarli“, cit Renzo Piano.

Questa affermazione attribuita a Renzo Piano è con tutta probabilità quella che meglio rappresenta la straordinaria storia che si cela tra le 388 pagine de ‘Il vero, il falso e il verosimile’, il romanzo di esordio di Corrado Bellora, presentato il 16 giugno ad Aosta ed edito da Edizioni ElleGi.

Ad accompagnarlo in questa avventura due tra i sui più cari amici: Luca Mercanti e René Benzo. Il primo è l’editore e direttore del settimanale Gazzetta Matin “grazie al quale – come sottolineato da Bellora – questo libro ha preso forma”. Il secondo, moderatore dell’evento, invece è direttore della Fondazione Sistema Ollignan Onlus, organizzazione no profit alla quale saranno destinati in beneficienza parte dei proventi della vendita del libro.

Corrado mi fece questo grande onore – racconta René Benzo – di essere uno dei suoi primi lettori e questo devo dire mi emoziona tantissimo, perché essere qui vicino a lui oggi ha un valore molto particolare; non è la prima volta che ci confrontiamo in una presentazione, ma questa volta ho il piacere di sedermi vicino ad un amico che ha fatto veramente una bella cosa”.

Corrado Bellora nella veste di avvocato penalista non ha bisogno di molte presentazioni, per lui parla una lunga e brillante carriera che dura da più di trent’anni. Da qualche anno, invece, grazie alla rubrica ‘Fuori dal Foro’,  curata per conto di Gazzetta Matin, abbiamo iniziato a conoscerlo in una veste più insolita e meno scontata: quella dello scrittore.

Per me scrivere è prima di tutto uno spazio di libertà, dice Corrado rispondendo ad una domanda del suo amico Renè. Anche per motivi professionali ho sviluppato una forma mentis molto analitica e razionale. Scrivere mi permette di riprendermi degli spazi di libertà, anche dalle forme, amo molto farlo. Scrivo davvero per delle ore e non mi rendo conto del tempo che trascorre“. E ancora: “ognuno di noi ha una passione o un lato creativo. C’è colui che dipinge, colui che suona la tromba, chi fa l’orto, chi cucina. Non è così importante cosa si faccia, è importante che esista qualcosa che ti fa sentire vivo, che ti fa sentire libero, che ti permette di perdere completamente la dimensione del tempo. Per me scrivere è questo“.

Il percorso che ha portato l’avvocato Bellora a pubblicare il suo primo romanzo, scritto in realtà diversi anni fa, nasce da una sorpresa, un regalo che sua moglie Nora ha deciso di fargli pubblicando una raccolta di brevi racconti, intitolata – profeticamente – ‘Inizio da qui’. Un inizio quindi ma anche un invito ad osare, ad aprire quel cassetto e a realizzare un sogno.

Mia moglie Nora ha dimostrato di credere in me più di quanto non ci creda io stesso“, ha aggiunto – un po’ emozionato – Bellora. “Effettivamente da lì è partito tutto e senza di lei sicuramente oggi io non sarei qua”.

‘II vero, il falso e il verosimile’ trae ispirazione da una storia realmente vissuta dal noto penalista, un processo per gravi fatti di pedofilia che però l’autore trasforma completamente per sviluppare un racconto che, tra colpi di scena e cambiamenti continui di prospettiva, si svolge nell’arco di 22 anni.

“Penso che quello che emerge nei processi non sempre sia la verità oggettiva. Tanto è vero che spesso nelle aule di giustizia si parla di verità processuale”, racconta Bellora. “Spesso le apparenze sono diverse da ciò che è reale o viceversa ciò che pare reale è solo un’apparenza. Quindi ho voluto mettere in piedi queste tre categorie – il vero, il falso e il verosimile – ed ho provato ad incrociarle. […] A quel punto il titolo è uscito da solo“.

Una storia, quella del romanzo, che ruota attorno ad un’altra passione di Corrado Bellora, quella per l’arte.  E’ il famosissimo quadro ‘Nighthawks’ di Edward Hopper, artista statunitense particolarmente amato dall’autore, ad esser stato scelto come copertina libro. Leggere questo romanzo, dunque, è anche fare un piccolo viaggio nell’universo delle passioni e delle suggestioni dell’autore.


“Il bello dei libri, per chi li scrive, è che ci butti dentro te stesso, quindi tu butti sulla pagina quello che sei. [ …] Io penso che coloro che leggeranno questo libro potranno cogliere degli aspetti di me; sicuramente il protagonista, l’avvocato Ferretti, nella prima parte sono io”, prosegue ancora l’autore. “Chi legge questo romanzo vede molto di me, molto del lavoro che faccio, molto della vita che faccio“.

Parlando poi delle sue passioni continua: “c’è Hopper, ci sono gli orologi, la storia ruota intorno ad un orologio, […] c’è l’enigmistica, ci sono i rebus (l’avvocato Ferretti è un appassionato di rebus), c’è l’universo femminile, c’è l’amicizia, ci sono i luoghi. Questo romanzo è anche un omaggio ad Aosta che è la città che io amo tantissimo“.
Una lettura consigliata sotto l’ombrellone? Questo romanzo, senza dubbio.

Se non mi sono dimenticato nulla – e credo proprio di no – queste sono le uniche inesattezze contenute nel libro. Se preferite, esse sono le uniche cose false, in quanto non rispondenti al vero, ma, me lo concederete, comunque verosimili. In altre parole, le cose che ho elencato in questa pagina sono false, sebbene verosimili. Tutte le altre, oltre che verosimili, sono anche vere. Trovate che ci sia tanta differenza?” (Corrado Bellora, Il vero, il falso e il verosimile)

Lucia Vallesi

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