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Ambiente, global warming: a rischio la viticoltura. Ma in controtendenza i dati della Valle d’Aosta

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Il riscaldamento globale mette in pericolo la viticoltura mondiale, con il rischio di perdere gran parte dei terreni dedicati alle vigne a livello planetario. Lo spiega Giulio Moriondo, ricercatore vitivinicolo, che è intervenuto al convegno ‘Ecosistemi montani nel 2050’ tenutosi al Forte di Bard.

“Un aumento di due gradi della temperatura del pianeta entro il 2050 significa perdere il 56% della superficie viticola mondiale. Lo scenario sarà ancora più catastrofico nel 2100, con un aumento della temperatura di quattro gradi”, lancia l’allarme il ricercatore. Che poi prosegue: “oggi si produce già il vino in Scandinavia. In Svezia e in Danimarca ci sono 150 ettari di vigna e si tratta di vigne molto resistenti alle malattie più comuni”. Nuovi attori dunque entrano nel mercato del vino, con evidenti ripercussioni sull’economia.

Uno scenario però che starebbe penalizzando in particolar modo il sud, con i vitigni che si spostano a nord. Meno colpita la Valle d’Aosta – dove quest’anno si è registrato un aumento del 10% della produzione di vino -, che registra un dato in controtendenza.

“Attualmente la Valle d’Aosta – continua il dott. Moriondo – ha una superficie coltivata a vite di circa 450 ettari. A fine Ottocento pare fossero tra i 3 e i 4mila ettari quindi abbiamo perso il 90% della superficie”. Poi però aggiunge: “non credo che si prospetteranno ulteriori perdite. Le superfici stanno un po’ aumentando ma è certo che anche in Valle d’Aosta, come nel resto del mondo, la viticoltura dovrà affrontare nel migliore dei modi eventi meteorologici e catastrofici sempre più frequenti e preoccuparsi di rispettare prima di tutto il suolo, arricchirlo nella sua sostanza organica che combattono l’aridità”.

Il vino, poi, andrà verso una maggiore gradazione conclude il ricercatore: “già adesso ma soprattutto in futuro sarà sempre più alcolico: negli anni Cinquanta si facevano vini da 10-11 gradi, adesso si raggiungono tranquillamente 13-14 gradi e anche di più. Questo è accompagnato anche a una diminuzione dell’acidità. Uve più zuccherine fanno vini più alcolici ma anche meno acidi”.