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Il rafting come sport e rinascita: è oro in Serbia per le “violette” dell’Associazione VIOLA

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di Redazione

Medaglia d’oro in entrambe le categorie, RX e Slalom, e un’esperienza di sport e rinascita. Le quattro donne dell’Associazione VIOLA – Tiziana, Franca, Laura e Rubina – tornano dalla Serbia con il primo premio della ‘Next Generation Rafting Cup’, disputata a Kraljevo dal 31 maggio al 1° giugno scorsi. Si trattava della loro prima competizione internazionale, parte del progetto europeo ‘RaftPink’, nato nel 2025 per promuovere il rafting come strumento di benessere per le donne che hanno affrontato un tumore.

Il progetto RaftPink coinvolge 12 donne, tutte legate all’Associazione VIOLA, grazie alla collaborazione con Rafting Aventure di Villeneuve. Un’iniziativa che unisce sport, natura e solidarietà, creando legami forti tra donne che hanno condiviso esperienze simili. Il rafting, con la sua forza simbolica, diventa metafora delle difficoltà superate insieme: pagaiare controcorrente, affrontare le rapide, riscoprire la propria forza.

“Non è solo uno sport – spiega Cristina, del Direttivo VIOLA – ma un modo per conoscersi meglio, sostenersi e creare un gruppo affiatato. Anche noi referenti abbiamo scelto di partecipare in prima persona, per valutare come proporre in futuro questo percorso ad altre donne”.

Nonostante la fatica del viaggio e il maltempo, le “violette” hanno affrontato la sfida con determinazione, trovando nella squadra e nello spirito di condivisione la chiave per superare ostacoli e conquistare il podio.

“È stata un’esperienza carica di emozione e significato – racconta Tiziana Frassy, anche Vicepresidente di VIOLA – ci ha permesso di uscire dalla nostra zona di comfort e di scoprire un nuovo modo di stare insieme, in natura, in movimento e in ascolto reciproco”.

L’associazione ha voluto ringraziare anche le guide e gli accompagnatori in questa grande esperienza sportiva: Nicolò Di Marco, Letizia Lauri, Gail Barmaz e il team di Rafting Aventure. L’oro conquistato in Serbia è infatti solo la punta dell’iceberg: il vero traguardo è stato dimostrare che una diagnosi difficile non ferma la voglia di vivere, di mettersi in gioco e di remare insieme verso nuovi orizzonti. Ora e sempre.

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