Si terranno fino al prossimo 8 ottobre le esercitazioni annuali di Protezione civile. L’iniziativa è stata presentata nel corso di una conferenza stampa mercoledì 2 ottobre, da parte del Presidente della Regione Renzo Testolin, dal Capo della Protezione civile Valerio Segor e dalla sua Vice Sara Maria Ratto.
L’esercitazione – che interesserà i Comuni di Valtournenche, Pollein, Quart e Saint-Christophe – è articolata in dieci moduli esercitativi ai quali parteciperanno i professionisti e volontari della Protezione civile, del Corpo valdostano dei Vigili del fuoco, del Corpo forestale regionale, del Soccorso Alpino Valdostano, del 118, della Croce Rossa italiana, delle Forze Armate e delle Forze dell’Ordine. Ma sarà coinvolto anche personale dell’Istituto zooprofilattico, dell’ARPA, di Fondazione Montagna Sicura e dei Parchi naturali del Gran Paradiso e del Monte Avic.
Per l’evento, nei pressi dell’area Grand Place di Pollein, è stato allestito un campo di assistenza e accoglienza della popolazione, all’interno del quale troveranno spazio anche la colonna mobile regionale e una zona espositiva sul servizio/sistema di Protezione civile in Valle d’Aosta. In questa esercitazione è stata data particolare rilevanza agli scenari di incidente radiologico, di ricerca di persone disperse e di accoglienza degli sfollati, scelti proprio in funzione di testare l’aggiornamento del piano radiologico regionale, il protocollo di ricerca di persone scomparse ed il piano nazionale di evacuazione dei Campi Flegrei.
“L’esercitazione sarà un momento importante per testare il nostro sistema di Protezione civile – dice il Capo della Protezione civile della Valle d’Aosta Valerio Segor – affrontando scenari non abituali e consolidando l’operatività di altri già sperimentati sul campo. Oltre ad essere un’occasione per affinare, stressare e confutare le procedure, l’evento sarà anche una ulteriore opportunità relazionale tra le varie componenti coinvolte. È questo un elemento determinante perché l’operatività, la celerità e la correttezza di un sistema passa sempre, in primo luogo, attraverso lo scambio di esperienze e di azioni tra individui e professionalità”.
“Si tratta di un’esercitazione continuativa, articolata su vari scenari esercitativi concatenati tra loro – riferisce il Vicario della Protezione civile della Valle d’Aosta Sara Maria Ratto – che ha richiesto un notevole sforzo progettuale ed il coinvolgimento di tutte le componenti del sistema di protezione civile regionale con il concorso di un nucleo CBNR della Croce Rossa Italiana dell’Emilia Romagna; un’attività necessaria per completare un percorso di revisione di alcuni piani di emergenza e delle correlate procedure, nonché per la verifica degli assetti (personale, mezzi e attrezzature) della colonna mobile e di Enti, Strutture e Comandi territoriali coinvolti”.
Inoltre, oggi – venerdì 4 ottobre – nei pressi dell’area Gran Place di Pollein è prevista una giornata di divulgazione rivolta alle scuole, organizzata in stretta sinergia con la Sovraintendenza agli studi per promuovere la cultura di Protezione civile. Agli studenti sarà data l’opportunità di visitare il campo di Protezione civile, con una breve visita guidata volta a illustrarne il funzionamento e la composizione.
A partecipare saranno le classi quarta e quinta della scuola primaria degli istituti Ponte di Pietra, S. Francesco, Sant’Orso, Ramires, Plan Félinaz e Aymavilles e le classi quarta e quinta delle scuole secondarie di secondo grado dell’Istituto Don Bosco di Châtillon e dello Scientifico-Scienze Applicate del Regina M. Adelaide.
“Attività di questo tipo sono fondamentali per promuovere tra i cittadini e in particolare tra le giovani generazioni la cultura del rispetto del territorio, la conoscenza dei giusti comportamenti da adottare in caso di calamità e per far crescere il senso di responsabilità civica e sociale, dei più giovani, ma non solo. È importate ricordare che i cittadini, tutti, sono i primi attori del sistema di protezione civile – ha dichiarato il Presidente della Regione Renzo Testolin -. Un sistema che in Valle d’Aosta ha sempre funzionato perché è alta la percezione di appartenenza alla comunità e perché il volontariato è sempre riuscito ad interfacciarsi in maniera operativa e funzionale con le istituzioni preposte alla gestione dell’emergenza”.