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Fabio Dragoni ad Aosta, presentato il libro contro le follie green dei “poteri forti”

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di Redazione

Lo scorso 29 novembre presso la sala conferenze della BCC di Aosta è stato presentato il libro di Fabio Dragoni – ‘Per non morire al verde’, edito da Il Timone – in cui l’autore, noto giornalista e commentatore televisivo, riversa il suo documentato fastidio verso le politiche cosiddette “green” (ripetiamolo cosiddette), che stanno funestando il mondo occidentale in nome di una non meglio precisata salvezza del pianeta.

La presentazione del volume, ricco di riferimenti bibliografici e scientifici, è l’escamotage con cui l’autore apre un fuoco di fila contro tutte le principali banalità in salsa finto-ambientalista che negli ultimi anni ci vengono imposte dai media. Scenari, toni e linguaggi apocalittici che di pro-ambiente non hanno nulla utilizzati come grimaldello morale per imporre surrettiziamente ai cittadini politiche di stampo totalitario. 

Il tema è quanto mai attuale e sconcertante: il complesso delle legislazioni ambientali, varate negli ultimi anni da parte del moloch europeo, non vanno in favore di un miglioramento di vita per i cittadini, ma servono a far collassare quel che resta della classe media, obbligandola a dare fondo ai propri patrimoni per ottemperare alle sempre più stringenti norme in materia ambientale. Si aumenta così il potere politico, economico e finanziario dei grandi gruppi economici.

Secondo l’autore ne sono esempi lampanti la nuova normativa europea sulla casa, il blocco dei diesel nel 2025 nella Pianura Padana o il blocco totale dei veicoli mono-fuel a partire dal 2035: tutte misure atte a trasferire fondi dalle famiglie al mondo industriale, sempre meno concorrenziale (alla faccia delle anime belle, e ingenuotte, che credono nella concorrenza nei mercati) e sempre più oligopolistico. Il passo tra oligopoli ed élite è breve e la Storia è stata dominata dalle élites, che hanno sempre e solo fatto i propri interessi, spesso in maniera anti-democratica anche in sistemi di governo democratici: un tempo le chiamavamo aristocrazie, oggi sono lobby, ma sempre di gruppi ristretti di potere si tratta.

La memoria va a quei famosi (famigerati per gli stolti che non credono alla loro esistenza, tacciando tutto ciò che non comprendono di un generico complottismo) “poteri forti” che governano la vita politica ed economica delle nazioni, quegli stessi poteri forti di cui Giovanni Falcone per primo parlava in relazione al crimine organizzato. Gli stessi che, secondo la visione del libro, sono gli unici ad ottenere guadagni da questo uragano di norme pseudo-green che stanno affossando l’industria meccanica del continente europeo, nonché il benessere economico e sociale dei cittadini delle nazioni europee.

Alessandro Stanchi

In foto da sx a dx: Enrico Meta, Fabio Dragoni, Andrea Manfrin e Simona Campo

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