Il tessuto imprenditoriale valdostano si conferma sostanzialmente stabile, pur evidenziando alcune criticità settoriali. Al 31 dicembre 2024, il numero complessivo di imprese registrate in Valle d’Aosta ammonta a 12.376 unità, segnando un lieve calo dello 0,02% rispetto all’anno precedente (appena 3 imprese in meno).
I dati, diffusi dalla Camera di Commercio regionale, mostrano che nel corso del 2024 si sono avviate 671 nuove imprese, un numero intermedio tra quello registrato nel 2022 (627) e nel 2023 (685). Parallelamente, le cessazioni non d’ufficio hanno raggiunto quota 656, in aumento rispetto a 592 nel 2023 e a 577 nel 2022, determinando un saldo positivo di 15 imprese (contro +91 e +22 rispettivamente negli anni precedenti). Tale dinamica evidenzia una certa vitalità del comparto, seppure con segnali di attenzione per l’incremento delle cessazioni.
Il tasso di crescita complessivo si attesta a +0,12%, inferiore rispetto al +0,76% del 2023 e al +0,41% del 2022, e in calo anche rispetto al dato nazionale (+0,62%) e a quello del nord ovest (0,69%). Analizzando i diversi settori, si riscontra un progresso nel comparto dei servizi alle imprese (+1,85%, con 30 imprese in più), nelle costruzioni (+0,54%, +13 imprese) e nel turismo (+0,22%, +4 imprese). Al contrario, i settori dell’agricoltura e dell’industria registrano rispettivamente una flessione dello 0,68% (-10 imprese) e dell’1% (-9 imprese), mentre il comparto commerciale continua a mostrare un trend negativo con un decremento del 2,04% e la perdita di 39 imprese.
Il Presidente della Chambre, Roberto Sapia, ha commentato: “i dati riferiti al 2024 ci parlano di un comparto imprenditoriale valdostano che tiene in termini numerici. La dinamica tra iscrizioni e cessazioni, pur testimoniando una buona vitalità, deve però farci riflettere in particolare per quanto concerne l’aumento delle cessazioni. Il comparto imprenditoriale vede le costruzioni fare ancora da traino seppur in un contesto che ha dovuto confrontarsi con il termine degli incentivi statali. Positivi sono anche i dati riguardanti i servizi alle imprese e quelli del turismo. Meritano invece attenzione le difficoltà del comparto agricolo, di quello manifatturiero, probabilmente condizionati dall’incertezza legata ai mercati internazionali e ai costi delle materie prime e dell’energia, e – soprattutto – di quello del commercio che non sembra riuscire a porre un freno al calo del numero di imprese”.