Un momento di frizzantezza per ‘Valle d’Aosta Futura’, reduce da una serie di eventi culturali che hanno riempito le sale. Sabato 8 giugno, inoltre, il movimento politico ha riunito i militanti a Fénis, per la propria assemblea ordinaria annuale.
“I numerosi iscritti al movimento e la grande partecipazione ai nostri eventi pubblici – dichiara il coordinameto di Vd’A Futura – testimoniano il desiderio delle persone di riunirsi, di capire il particolare momento storico che stiamo vivendo e di esserci, ciascuno con il proprio valore: ognuno per ciò che ha, ognuno per ciò che è. Insieme per ristabilire, nel nostro territorio, il senso di comunità in equilibrio e in armonia con la legge universale, per ricostruire una società a misura d’ uomo, capace di riscoprire radici, memorie, valori e identità di una cultura cristiana bimillenaria nell’ottica di un’autentica realizzazione del bene comune”.
Il commento alle elezioni europee
Il movimento politico ha voluto anche esprimere il proprio punto di vista sui risultati delle elezioni europee appena tenutesi, sottolineando il fortissimo astensionismo che delegittimerebbe le istituzioni.
“Affluenza in Italia 49,6 %” – si legge -. In Valle d’Aosta l’affluenza si è fermata addirittura al 42%, ma se tenessimo conto delle 951 schede bianche e delle 2397 schede nulle, la percentuale dei voti validi si abbasserebbe ancora. Il 60% dei valdostani, in un modo o nell’altro, ha lanciato un fortissimo segnale a tutto il mondo politico ed in particolare all’Unione Europea che impone politiche non condivise dai cittadini”.
E ancora: “per la prima volta nella tormentata storia della Repubblica gli italiani che non hanno partecipato al voto sono stati più numerosi di quelli che lo hanno fatto. La bassissima affluenza è un segnale inequivocabile di sfiducia. Non si tratta di un semplice dato statistico, ma di un grido di protesta contro un sistema che non viene più percepito come rappresentativo. Un grido di dolore che non può rimanere inascoltato”.
Secondo Vd’A Futura il potere politico, dei partiti, non ha più valore, è stato esautorato da delle élites burocratiche e finanziarie: “il potere decisionale è passato dalle mani della politica a quelle di oscuri e ignoti commissari europei, che non passano nemmeno dalla legittimazione popolare delle urne (…).
Nella crisi della liberal-democrazia, dove non si distinguerebbe più fra destra e sinistra, sostiene il movimento, a spadroneggiare sarebbero “le banche internazionali e le multinazionali di Bill Gates, di George Soros, delle famiglie Rothschild, Rockefeller e Warburg, soltanto per citare alcune delle più influenti del pianeta. La politica segue l’agenda dettata dal World Economic Forum di Davos e da altri organismi sovranazionali come il Bilderberg o la Commissione Trilaterale”.
Il movimento conclude la nota dichiarando la propria volontà di “continuare una battaglia non-violenta della parola, del pensiero e dell’azione. Per ridare un fondamento spirituale e politico, partendo dal basso, dai cittadini, dai piccoli territori (…)”.