Massima allerta da parte delle autorità sanitarie regionali sulla potenziale diffusione della Dermatite nodualre contagiosa (Lumpy Skin Disease) nelle stalle e negli alpeggi bovini della Valle d’Aosta. Al momento non sono stati registrati casi di infezione fra i capi stanziati sul territorio regionale, ma il timore resta alto dopo l’emersione di alcuni focolai in Francia.
Chi invece conosce già le potenziali criticità è la Sardegna, che si trova ad aver già avuto decine di casi di contagio fra gli allevamenti della regione. Ed è da qui che emerge un caso giudiziario, che potrebbe costituire un precedente: il Consiglio di Stato ha infatti sospeso – fino al prossimo 3 settembre – l’abbattimento di 40 capi in un allevamento di Sarule (Nuoro), dopo che altri otto capi erano stati abbattuti in quanto contagiati.
La decisione ribalta un precedente decreto del TAR Sardegna – di norma inappellabile – e al momento riguarda solo questo specifico caso. Secondo i giudici del Consiglio di Stato procedere all’abbattimento prima della camera di consiglio prevista a settembre “comporterebbe il rischio irreparabile che, dall’esecuzione del provvedimento impugnato in primo grado, derivi la perdita di beni giuridici espressione di principi supremi dell’ordinamento senza che la situazione giuridica soggettiva vantata dal ricorrente sia stata oggetto di valutazione collegiale”.
La notizia si apprende da ANSA, la quale riporta anche delle dichiarazioni. “Il Presidente della III sezione del Consiglio di Stato ha fatto un lungo decreto, nel quale dice che in casi come questo, nonostante la norma non preveda in via generale l’appellabilità, è da considerare ammissibile l’appello“, ha spiegato alla nota agenzia di stampa l’avvocato Raffaele Soddu, difensore dell’allevatore di Sarule. La decisione di merito – ovvero sull’abbattimento o meno dei 40 bovini – è attesa a inizio settembre.
Sempre l’avvocato ha sottolineato che il Presidente del Consiglio di Stato si è soffermato “sulla questione dell’articolo 9 della Costituzione che tutela gli animali”, ricordando la recente modifica del Codice Penale che ne rafforza la protezione.