Un testo di ricerca che analizza capillarmente le economie montane è il prodotto di una collaborazione tra l’Università della Valle d’Aosta e la Regione, nell’ambito del progetto ‘A-Mont-Accordo quadro transfrontaliero montano’ e finanziato dal Programma Interreg VI-A Italia-Francia Alcotra 2021-2027. Questa iniziativa è stata presentata durante una conferenza stampa tenutasi nel pomeriggio di ieri, presso la sede dell’Univda.
Il libro conterrà dieci capitoli organizzati in tre sezioni che copriranno le attività economiche, le istituzioni e i servizi, oltre alle peculiarità delle regioni montane. Il testo è diretto agli studenti della laurea triennale nel secondo e terzo anno e anche agli amministratori pubblici.
La presentazione
“Con questo lavoro vogliamo riscrivere i concetti economici sviluppati dal mainstream adattandoli al contesto montano”, ovvero dai modelli di economia politica standard che si possono incontrare in economia industriale o in macroeconomia. A spiegato il responsabile scientifico del progetto, il prof. Marco Alderighi. Che poi aggiunge: “I modelli mainstream non tengono conto dello spazio e del tempo, però in montagna è impossibile tralasciare il concetto spaziale e quindi bisognerà riscrivere i concetti sulla base di questo. Non partiamo da zero, ci sono molti studi sui territori montani ma l’approccio sarà diverso”.
A supportare l’introduzione del dott. Alderighi, anche la neo Rettrice dell’Univda Manuela Ceretta: “negli ultimi decenni, forse anche in ragione degli stravolgimenti che nel mondo economico sono avvenuti, tutte le università sono state chiamate a potenziare il ruolo della ricerca. Ciò vuol dire anche rimettere in discussione un certo modello di ricerca classicamente accademico, quello top down, mettendosi invece in dialogo con il territorio”. Per la dott.ssa Ceretta “la sfida è rimanere in dialogo con gli altri territori alpini. Le possibilità sono moltissime, dal ripensamento alle forme di ospitalità rurale, dei parchi paesaggistici a seguito della trasformazione profonda della trasformazione delle forme di fruizione della montagna, lo sci a ragione del cambiamento climatico che non è più l’unica forma di sport in montagna, il turismo sostenibile, il tutto legato al tema dell’innovazione digitale”.
E infine conclude: “su tutto questo credo ci sia un grosso lavoro da fare e questo studio è un lavoro di ricerca costituisce una base di partenza al passo con i tempi”.






Spazio, infine, alle considerazioni dell’Assessore regionale agli Affari europei e Politiche nazionali per la montagna, Luciano Caveri, che – citando l’imminente uscita del nuovo testo della legge sulla montagna – ha spiegato: “questo libro ci consentirà di fare dei passi avanti importanti. Continuare a vivere in montagna costa di più e questo vale nei rapporti tra le regioni e i comuni che hanno zone di montagna e lo Stato che deve entrare in quest’ordine di idee”. Per poi aggiungere: “i cambiamenti climatici sono importanti, ci sarà un approccio alla montagna molto diverso, lo sci cambierà, il tasso di fertilità è peggiorato e il futuro sarà l’intelligenza artificiale, che non è un’evoluzione ma una rivoluzione che cambierà le nostre abitudini e poi penso alla sanità e alla telemedicina. Di tutto questo parleremo in questo libro”.