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Consiglio di Stato, soldi pubblici all’Aosta Pride leciti: quindi è finanziabile anche il Family day

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Una doccia fredda per la Lega Vd’A? Forse, ma non troppo: il Consiglio di Stato ha respinto il ricorso presentato dal Carroccio contro il patrocinio e il contributo pari 9500 euro per gli eventi relativi all’Aosta Pride 2022. Per la Lega, infatti, il Pride rappresenta “una manifestazione promossa da organizzazione costituente un movimento politico, dotato di un manifesto politico, contenente precise rivendicazioni di ordine politico (…), in violazione di quanto disposto dall’articolo 9 del regolamento comunale”.

Tesi non accolta dai giudici, che invece hanno sposato il principo che il comitato dell’Aosta Pride – connesso all’Arcigay italiana – sia una mera associazione di promozione sociale distinta dagli scopi partitici, ponendosi nel perimetro delle iniziative finanziabili.

Dalla prima parata aostana, risalente all’8 ottobre del 2022, le iniziative dell’Aosta Pride si sono fatte annuali, ricevendo diversi altri contributi dalla Giunta comunale del capoluogo. Soddisfazione da parte di Giulio Gasperini e Gabriele Piazzoni, rispettivamente Presidente di Arcigay Vd’A e Arcigay nazionale, che hanno parlato di un precedente pericoloso bloccato dal tribunale.

Sentenza però, quella del Consiglio di Stato, che sancisce un principio: le attività pubbliche e le manifestazioni della associazioni di promozione sociale, che pure hanno evidenti profili politici e ideologici, rimangono finanziabili dall’Ente pubblico, purché non si pongano nelle forme come dei partiti costituiti. Questo – di converso – significa che se resta lecito finanziare l’Aosta Pride con i soldi di tutti i cittadini, un domani potrebbe essere lecito finanziare manifestazioni di segno opposto come il Family day.

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