Semplificare e migliorare la qualità di vita delle persone affette da celiachia: è questo l’obiettivo che il gruppo della Lega Vd’A dichiara in merito alla proposta di legge regionale presentata questa mattina.
La data della conferenza stampa non è casuale: “oggi – ha spiegato il Capogruppo della Lega, Andrea Manfrin – ricorre la giornata mondiale della celiachia. Una patologia che affligge l’1% della popolazione italiana”.
Che cos’è la celiachia?
La celiachia è una malattia cronica, che si sviluppa in soggetti geneticamente predisposti a seguito dell’assunzione di glutine, comportando lesioni intestinali e la scomparsa dei villi intestinali. Queste lesioni, a lungo termine, ostacolano l’assorbimento dei nutrienti portando al rischio di malnutrizione.
L’unico trattamento possibile per la celiachia è una strettissima e permanente dieta priva di glutine (gluten-free), che permette di eliminare i sintomi e di ricostituire i tessuti intestinali, di solito entro 6-18 mesi dalla diagnosi.
I contenuti della proposta di legge
“Attualmente – ha continuato Manfrin – i buoni destinati alle persone affette da celiachia sono caricati sulla tessera sanitaria e sono spendibili unicamente nei negozi convenzionati o nelle farmacie dove, purtroppo, il costo degli alimenti senza glutine è generalmente più alto”.
La proposta di legge prevede la facoltà, per la Regione Valle d’Aosta, di assegnare alle persone affette da celiachia una somma annuale di importo fisso, erogata mensilmente da parte dell’USL della Valle d’Aosta, destinata all’acquisto dei prodotti senza glutine presso qualsiasi rivenditore.
“La nostra proposta di legge è pensata all’insegna della semplificazione – ha concluso il Capogruppo del Carroccio -. Anziché erogare il buono, che è diventato negli anni sempre più esiguo, sulla tessera sanitaria questo viene erogato direttamente sul conto corrente del paziente. Questo intervento, che è a costo zero per la Regione, permetterà alle persone di acquistare i prodotti senza glutine anche nei negozi della grande distribuzione dove i prezzi sono inferiori e garantendo così al cittadino affetto da tale patologia un maggior potere di acquisto e, soprattutto, un miglioramento della qualità della vita in termini di libertà di scelta”.