Dopo la conferma di focolai di dermatite nodulare contagiosa nella vicina Alta Savoia, la Valle d’Aosta è stata inserita nella zona di sorveglianza sanitaria. L’area interessata comprende il territorio intorno al colle del Piccolo San Bernardo, all’interno del raggio di 50 chilometri previsto dai protocolli europei.
La dermatite nodulare è una malattia virale dei bovini trasmessa da insetti vettori, come zanzare, mosche ematofaghe e zecche. I sintomi comprendono febbre e la comparsa di noduli sulla cute. In animali mai esposti al virus, la patologia può risultare letale. Per contenere la diffusione, le misure previste includono la vaccinazione preventiva e – nei casi di contagio – l’abbattimento degli animali infetti, con conseguenze economiche rilevanti per gli allevatori.
La malattia, originaria dell’Africa, ha raggiunto l’Europa nel 2012, propagandosi nei Balcani. Secondo i veterinari solo attraverso campagne vaccinali su larga scala è stato possibile contenerne l’estensione nell’Europa sud-orientale.
Focolai vicino al confine regionale
In Valle d’Aosta, gli Assessorati alla sanità e all’Agricoltura hanno convocato ieri una riunione tecnica con rappresentanti del sistema sanitario, del comparto zootecnico e della filiera lattiero-casearia. Il confronto ha fatto il punto sulla situazione e avviato la richiesta formale di fornitura dei vaccini al Ministero della Salute.
“La Regione ha attivato i contatti con il Ministero già a partire da giugno – dichiarano gli Assessori Marco Carrel e Carlo Marzi – e stiamo lavorando per definire una strategia sanitaria preventiva, condivisa e concreta, che tuteli gli allevamenti di montagna e le nostre razze bovine autoctone”.
Al momento non risultano casi in territorio valdostano, ma la vicinanza geografica e l’elevata trasmissibilità del virus richiedono attenzione. La priorità è evitare il propagarsi della malattia, che metterebbe a rischio la continuità delle attività zootecniche locali e la conservazione della biodiversità animale in quota.