La diffusione dei focolai di Bluetongue fra i capi di bestiame precoccupa e il tema torna in Consiglio Valle: la disponibilità di vaccini contro il virus che colpisce ovini e bovini è stata affrontata nella seduta odierna, del 3 ottobre, con un’interrogazione a risposta immediata del gruppo Lega Vallée d’Aoste.
“Notizie stampa informano che in Piemonte sono arrivate 40mila dosi – ha chiesto il Vicecapogruppo del Carroccio, Erik Lavy -. Esistono degli accordi con la Regione Piemonte per l’utilizzo di una parte di queste dosi e con quali priorità di somministrazione alle classificazioni ruminanti?“.
Rispondere spetta all’Assessore regionale alla Sanità, Carlo Marzi, che ha evidenziato: “le notizie stampa riguardanti 40mila dosi di vaccino disponibili in Piemonte per la Bluetongue non sono del tutto precise. Gli uffici dell’Assessorato della Sanità del Piemonte, con i quali l’azione di collaborazione è continuativa, hanno infatti chiarito che queste non sono in disponibilità della Regione, ma saranno semplicemente depositate sul territorio piemontese da un’impresa esercente l’attività di commercio all’ingrosso. Contattato in merito l’imprenditore ha riferito che, in base alle leggi del libero mercato, qualsiasi allevatore di qualsiasi regione, in possesso di una ricetta veterinaria valida, potrà acquistare i vaccini presso la sua ditta”.
Sempre Marzi ha precisato ulteriormente: “colgo anche l’occasione per far presente che il Piemonte, come noi, autorizza la vaccinazione volontaria senza, al momento, aver previsto indennizzi o rimborsi in merito. Per quanto riguarda la Valle d’Aosta, sono in corso valutazioni per il reperimento di dosi partendo soprattutto dalla specie ovina. Ogni passo futuro va condiviso e valutato perché sarebbe più corretto dare la possibilità agli allevatori di scegliere liberamente se vaccinare o meno i propri animali”.
Il Vicecapogruppo Lavy ha quindi risposto che “la questione non era affatto chiara e andava spiegata, perché le notizie di fatto hanno creato delle attese fra gli allevatori”.
