Ha fatto discutere l’appello lanciato da alcuni imprenditori e amministratori locali di area autonomista dal titolo “Orgoglio valdostano”. A farsene portavoce Osvaldo Chabod, negli anni unionista di ferro e già consigliere regionale.
Un appello che chiede la ricostituzione di un grande movimento autonomista che metta fine alle infinite liti interne e diaspore nell’area.
L’appello ha sollevato reazioni contrastanti, con alcuni movimenti – come gli indipendentisti del PAS – già sul piede di guerra. Scrive PAS: “un manifesto appena spolverato, che odora di canfora e naftalina, direttamente dagli anni ‘70 ai giorni nostri, con tanto di iconografia arpitana e slogan vetero unionisti. Un melenso elenco di buoni propositi di coesione e poetica fratellanza che potrebbe anche attrarre, se non provenisse da chi per anni ha militato nell’Union dello strapotere senza ricordare i propri principi costituenti e riducendola all’attuale guerra fra bande. La tattica della ricerca di consenso, ricordandosi della base nascondendo la polvere sotto il tappeto, non può funzionare se prima i sedicenti movimenti autonomisti non fanno pulizia al loro interno chiudendo i regolamenti di conti dei vari personalismi”.
Pays d’Aoste Souverain sostiene di essere l’unica alternativa politica progressista, federalista e indipendentista sul panorama valdostano ed esprime “scetticismo” rispetto a questa iniziativa “tesa a mantenere le poltrone” più “che a proporre una reale soluzione”.