Sburocratizzazione, snellimento delle gerarchie e ibridazione delle figure amministrative nella PA: il processo di “aziendalizzazione” – probabilmente necessario in un mondo sempre più rapido – sembra avviatosi anche nella tenace e conservativa PA regionale. Anche se solo in modo embrionale e ancora lento e confuso.
Nella seduta di oggi, infatti, il Consiglio Valle ha approvato con 19 voti a favore (UV, AV-VdAU, FP-PD, SA, PlA) e 15 astensioni (PCP, Lega VdA, FI, GM) un disegno di legge che andrà a modificare la legge regionale 22 del 2010, in materia di organizzazione degli enti del comparto unico valdostano. Il provvedimento prevede che alle posizioni organizzative dei funzionari di categoria D siano attribuite particolari responsabilità, con nuovi specifici poteri di firma e di gestione di risorse umane e finanziarie.
Respinto invece l’ordine del giorno di PCP che chiedeva al governo regionale di approfondire l’attuale inquadramento dei capi dei servizi di segreteria delle Istituzioni scolastiche e dei responsabili degli uffici e dei servizi degli Enti locali, andando in seguito a rideterminare la disciplina giuridica ed economica su queste figure professionali.
Il testo di legge
Il testo di legge, composto di quattro articoli, è stato presentato dalla giunta il 5 giugno scorso ed sbarcato in aula con la presentazione del consigliere Antonino Malacrinò per la maggioranza e del consigliere Stefano Aggravi per la minoranza.
Malacrinò (FP-PD) ha spiegato che “questa modifica nasce dalla necessità di potenziare la capacità di innovazione e la competitività del sistema organizzativo con l’obiettivo di accrescerne l’efficienza attraverso la valorizzazione del personale di categoria D. Questa nuova figura – che assumerà la denominazione di funzionario con “posizioni di particolare responsabilità” – verrà istituita e definita da ciascun ente, unitamente alle strutture dirigenziali, nel proprio atto di organizzazione aziendale, in relazione al proprio modello organizzativo. Inoltre spetterà a ciascun ente definire i requisiti professionali per l’accesso, i criteri e le modalità di assegnazione degli incarichi. La selezione avverrà previa pubblicità e tramite una procedura selettiva e comparativa tra i funzionari in possesso di specifici requisiti”.
Il consigliere Aggravi, della Lega VdA, ha invece lamentato: “Qual è oggi la fretta di portare all’esame dell’aula una modifica normativa che guarda alla sola parte centrale del management regionale? Quale è la finalità vera di questa scelta? Perché in termini pratici si sceglie di partire dalla parte centrale dell’organizzazione, seppur ovviamente importante, piuttosto che individuare razionalmente, temporalmente e operativamente i vari step per il raggiungimento del modello a tendere? Definito il budget di 75mila euro, va detto che ad oggi non è chiaro quali saranno le “caselle” in cui le future posizioni di particolare responsabilità (PPR) saranno definite. Il lavoro condotto da SDA Bocconi sarà sicuramente importante se non fondamentale per riformare la nostra Amministrazione regionale, ma forse, alcuni aspetti meritano ancora qualche ulteriore approfondimento. In particolare, forse oggi ha davvero poco senso partire dal mezzo, adottare uno strumento e poi dire: si vedrà! Insomma, siamo al solito metodo del passo alla volta, senza una meta precisa e un chiaro percorso di definizione, adozione ed attuazione di tutte quelle piccole o grandi riforme e innovazioni di cui la nostra macchina amministrativa ha enormemente bisogno“.
Il dibattito in Consiglio Valle
“Questo disegno di legge arriva in fretta e furia in aula senza condividere e senza avere una visione di insieme – ha commentato i capogruppo di PCP, Erika Guichardaz -. Una legge discriminatoria che penalizza i responsabili degli uffici e dei servizi dei Comuni e i capi dei servizi di segreteria delle istituzioni scolastiche che, invece, dovrebbero essere valorizzati per il ruolo centrale che svolgono, per la maggiore responsabilità a loro attribuita e su cui abbiamo presentato un ordine del giorno. Manca la corretta pesatura delle responsabilità e si parla solo di attribuzioni sulla base di requisiti professionali. Dal 2019 ad oggi le Particolari Posizioni Organizzative (PPO) sono state prorogate di continuo e, negli ultimi cinque anni, non è mai stata avviata la contrattazione per la disciplina di questa retribuzione proprio per la confusione che questa norma non fa che aggravare. (…) Dopo aver prorogato per anni le PPO ora in pochi mesi si pensa di dare avvio ad una norma taccone, tampone o magari ad personam che non aiuta sicuramente la definizione in maniera puntuale ed efficiente di un sistema complesso come quello dell’organizzazione regionale e del comparto. Ancora una volta si tira dritto, a testa bassa, senza tener conto di niente e di nessuno”.
Di tutt’altro avviso il presidente della Regione, Renzo Testolin, che ha parlato di “interventi faziosi che non vogliono concepire il cambiamento auspicato: un cambiamento che durerà almeno altri due anni e mezzo per essere portato a compimento, ma che vuole cominciare proprio da questo “middle management”, che è il cuore pulsante e molto professionalizzato dell’amministrazione regionale. Questo percorso non è un’invenzione della nostra amministrazione, ma è accompagnato dallo studio Bocconi SDA, il quale ha sottolineato come questo sia il punto di partenza, per arrivare a regime, nel 2025, alla ridefinizione del numero dei coordinatori e dei dirigenti. Non è questa una norma taccone, bensì è l’inizio di un percorso che andrà a valorizzare le potenzialità dei livelli intermedi con gratificazioni ma anche con l’attribuzione di responsabilità e risorse. Nella sua semplicità, è una norma che incontrerà un primo e sostanziale cambiamento, che condurrà ad una nuova programmazione del personale a beneficio della futura Legislatura. Un punto di partenza indispensabile, condiviso e che potrà dare nuovo impulso e dinamismo alle figure intermedie e che renderà più fluido l’impegno e le risposte che il personale potrà dare, anche grazie ad una corretta remunerazione per il ruolo che andrà a ricoprire”.
Anche il consigliere Claudio Restano (del Gruppo Misto) ha annunciato la sua astensione: “l’intervento andava fatto in maniera diversa, individuando chiaramente l’obiettivo finale e tracciando il percorso da seguire. È diventata consuetudine di questa maggioranza scaricare dei disegni di legge senza avere chiari o, perlomeno, senza illustrare all’aula quali siano i risultati che si vogliono conseguire. Un metodo infruttuoso che non si può condividere. Sarebbe stato sufficiente rimandare l’applicazione della norma all’approvazione della riforma generale compresa quella della dirigenza“.
Più mitigato il capogruppo di Forza Italia, Pierluigi Marquis: “questo provvedimento che potrebbe essere condivisibile nelle finalità ma di cui non condividiamo il metodo di approccio parziale, che è al di fuori di una visione sistemica, che non tiene conto delle tematiche nell’insieme. Un disegno di legge che meritava maggiore attenzione e un approccio completamente diverso perché si va a incidere su delle professionalità che garantiscono il buon andamento della macchina organizzativa e che potranno essere fondamentali nella sua revisione. Vengono lasciate sul tavolo criticità che dovevano essere affrontate”.