E’ stato approvato dalla Giunta regionale, lo scorso 12 agosto, il programma di controllo e contenimento del cinghiale per il prossimo quinquennio. L’ungulato, in effetti, rappresenta un fattore di rischio sotto diversi profili: da un lato l’emergenza sanitaria nazionale che vede la diffusione di focolai di Peste Suina Africana anche fra selvatici, dall’altro il cinghiale reca ogni anno importanti danni alle coltivazioni agricole.
In particolare, il programma regionale di controllo prevede:
- l’organizzazione delle operazioni di controllo faunistico in capo alle stazioni forestali, con il coordinamento dell’Ufficio per la fauna selvatica e ittica della Struttura Flora e fauna;
- l’obbligo di utilizzo del munizionamento atossico (privo di piombo);
- la possibilità di abbattere esemplari di cinghiale in controllo faunistico senza una preventiva programmazione laddove vengano soddisfatti precisi e determinati parametri di sicurezza con successiva destinazione all’autoconsumo di tali capi;
- l’obbligo di controllo delle trichinellosi per tutti gli esemplari abbattuti durante le operazioni di controllo;
- l’obbligo di conferimento degli esemplari abbattuti nelle operazioni programmate di controllo a un centro di lavorazione della selvaggina riconosciuto;
- la possibilità di riservare, limitatamente agli operatori non d’istituto, il 50% della carne degli animali da loro abbattuti quale compenso per l’attività svolta;
- la partecipazione all’attività di controllo faunistico, oltre che del personale del Corpo forestale, esclusivamente di operatori non d’istituto che hanno frequentato corsi di formazione specifici in materia;
- la possibilità, sempre al fine di consentire una più efficace e selettiva attività di controllo, di utilizzare armi dotate di sistemi per la visione e il puntamento notturno da parte di tutti gli operatori.
Inoltre, sono stati previsti l’acquisto e l’installazione – entro la fine del 2024 – di speciali trappole per la cattura di questo suide, da utilizzare soprattutto nelle zone dove la specie è più presente, come ad esempiio al confine con il Piemonte.
“La nostra attenzione nei confronti delle diverse problematiche inerenti la presenza della specie cinghiale in Valle d’Aosta è sempre attenta e orientata alla gestione ottimale della presenza di questo ungulato sul nostro territorio – precisa l’Assessore Marco Carrel. L’obiettivo è quello di tutelare il territorio e le varie attività ivi presenti, nel rispetto di una convivenza necessaria ma costantemente monitorata a vantaggio di agricoltori e allevatori”.