Gentile redazione,
negli ultimi giorni molte persone ci hanno contattate, tra cui la stampa locale e alcuni esponenti politici, per conoscere le motivazioni che ci hanno spinto a presentare il ricorso relativo alle elezioni regionali del 28 settembre 2025. Abbiamo scelto di mantenere il silenzio fino ad oggi perché crediamo che il nostro gesto parli da sé e vada compreso nel contesto più ampio dei principi democratici che tutti, al di là, dovremmo condividere.
Desideriamo innanzitutto chiarire che “dietro di noi” non c’è nessuno, tanto meno i partiti politici. Il ricorso non nasce da interessi personali o dal desiderio di ottenere vantaggi, ma dalla volontà di difendere ciò che ogni cittadino ha diritto di pretendere: certezza delle regole, trasparenza delle procedure e parità di condizioni per tutti gli elettori.
La nostra preoccupazione si fonda su un principio semplice ma fondamentale: le regole del gioco non possono cambiare mentre si gioca. Le elezioni devono svolgersi secondo norme chiare, conosciute e vigenti al momento della convocazione dei comizi. Modificarle a ridosso del voto, come è accaduto con la nuova legge elettorale, mette in discussione la stabilità del processo democratico, rischia di alterare l’equilibrio della competizione elettorale e genera incertezza e disorientamento tra cittadini, candidati e istituzioni.
Non contestiamo il numero delle preferenze o le modalità di voto, ma la decisione del Presidente della Regione di applicare la nuova legge a comizi elettorali già indetti, con diverse liste che avevano chiuso le candidature e raccolto oltre mille firme secondo la vecchia norma della preferenza unica.
Il nostro è un atto di responsabilità civica. È un invito, a tutti i cittadini, a riflettere su quanto la democrazia sia fragile se non viene difesa ogni giorno. Essa non è solo un insieme di procedure ma un patto di fiducia, tra chi governa e chi conferisce il potere, fondato su legalità, certezza e trasparenza. Quando questo patto si incrina, anche la fiducia dei cittadini nelle Istituzioni rischia di essere compromessa.
È per questa ragione che abbiamo presentato ricorso, nella speranza che il nostro gesto contribuisca a ricordare il vero significato della parola democrazia.
Con fiducia e determinazione,
Monica Glassier (in foto) e Sabrina Marando




