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Vaccino anche per i bambini 5/11 anni? L’Ema approva, ma alcuni dubbi restano

di Redazione

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Dopo tante attese il responso dell’Ema, l’agenzia responsabile dei medicinali per gli umani, ora è giunta la conferma: l’Ema apre alla somministrazione del vaccino anti Covid-19 – sviluppato da BioNTech e Pfizer – anche ai bambini compresi fra 5 e 11 anni. Il vaccino veniva già inoculato agli adolescenti e ai giovani fra 12 e 18 anni.

A questo proposito arriva la conferma dall’Agenzia europea per i medicinali, la quale informa che “nei bambini di età compresa tra 5 e 11 anni la dose di Comirnaty sarà inferiore a quella utilizzata nelle persone di età pari o superiore a 12 anni (10 µg rispetto a 30 µg). Il vaccino sarà somministrato con due iniezioni nei muscoli della parte superiore del braccio, a distanza di tre settimane“.

La platea iniziale sul quale sono state effettuate le verifiche è stata composta da quasi 2000 bambini, i quali non avevano avuto segni di infezione virale da coronavirus.Come da prassi è stato inoculato il vaccino a circa 2/3 della della platea di questi bambini (1305 soggetti), mentre è stato somministrato un palcebo per i restati (663). “Dei 1.305 bambini che hanno ricevuto il vaccino – scritto – 3 hanno sviluppato Covid-19 rispetto a 16 dei 663 bambini che hanno ricevuto il placebo. Ciò significa che, secondo questo studio, il vaccino era efficace al 90,7% nel prevenire il Covid-19 sintomatico (sebbene il tasso reale potesse essere compreso tra il 67,7% e il 98,3%)

Per quanto concerne eventuali effetti indesiderati più comuni questi dovrebbero essere del tutto simili a quelli registrati nei soggetti di età pari o superiore a 12 anni: in genere dolore sul sito di iniezione, spossatezza, mal di testa, arrossamento ed al gonfiore al sito di iniezione, dolore muscolare e brividi. Gli effetti dovrebbero presentarsi di modeste entità e transitori. Ma non tutti sono concordi, soprattutto visto il campione di riferimento sul quale si sono svolti i test preliminari decisamente modesto: appena 2000 soggetti. Lo stesso virologo Andrea Crisanti ha sollevato delle criticità in merito.

Il Comitato dunque avrebbe dunque concluso che i benefici della sommistrazione sarebbero superiori ai rischi anche nei bambini 5-11 anni, in particolare nei soggetti fragili. Ora la palla passerà all’UE a cui spetterà una decisione definitva. 

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