E’ stato rilevato sul territorio valdostano un caso di Trichinella in un cinghiale abbattuto durante l’attività venatoria nella Media Valle. A comunicarlo è il Servizio di Igiene degli alimenti di origine animale del dipartimento di Prevenzione dell’Azienda USL.
“La Trichinellosi è una malattia parassitaria che può infestare mammiferi e altri animali soprattutto se carnivori e può colpire anche l’uomo qualora si nutra di carni infestate”, spiega una nota. Il parassita è stato individuato in seguito ai controlli che obbligatoriamente sono effettuati dai veterinari dell’Azienda Usl su tutti i suini e i cinghiali allevati o cacciati.
“Da moltissimi anni è obbligatoria la ricerca di Trichinella sulle carni di tutti i suidi (suini e cinghiali) destinati all’alimentazione umana – spiega il direttore della sc Igiene degli alimenti di origine animale, dott. Emilio Bazzocchi -. I cacciatori ben conoscono questa prassi che li obbliga a chiamare il veterinario prima di consumare le carni dei cinghiali cacciati. E’ comunque sempre opportuno ribadire a tutti coloro che caccuano cinghiali o che macellano suini di aspettare la comunicazione ufficiale dell’esito favorevole prima di consumare e/o utilizzarne le carni al fine di evitare inutili rischi sanitari per una malattia insidiosa e difficile da diagnosticare”.
“Anche perché – aggiunge Bazzocchi – l’intervallo tra una rilevazione e l’altra si sta accorciando”: fino ad oggi infatti, in Valle d’Aosta, sono stati segnalati 4 casi di positività di Trichinella nel cinghiale: nel 2001 a Verrès, nel 2008 a Saint-Pierre, nel 2012 a Hône e, più recentemente, nel 2021 ad Avise. L’ultimo caso è stato riscontrato dopo soli due anni dall’ultimo ritrovamento.