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Riforma elettorale, la proposta del PD fa infuriare Rete Civica: “è incostituzionale e pericolosa”

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di Redazione

Non accenna a placarsi la guerra “da sinistra” al PD: all’attacco ci va Rete Civica che osteggia la proposta di riforma elettorale dei Dem. I toni sono coloriti e l’accusa è che la proposta sia una sorta di “marchetta” per gli autonomisti.

“Tutta l’impostazione della proposta di legge – scrive Rete Civica – risente di una preoccupazione di fondo: fare una proposta che non sia osteggiata da parte dei cosiddetti autonomisti”.

Per Rete Civica il PD ha evitato di inserire l’elezione diretta del presidente di giunta per non turbare l’UV, inventadosi un premio di maggioranza “abnorme” – fino a 24 seggi – alla lista o all’alleanza che arriva prima. Una misura pericolosa secondo Rete Civica, che segnala una presunta assenza della soglia minima di voti da ottenere per far scattare il premio di maggiornaza: Rete Civica dà a intendere che il premio potrebbe scattare anche “solo con il 25% dei voti”.

“E’ una proposta con evidenti profili di incostituzionalità e che fra l’altro non garantisce affatto la solidità della maggioranza, visto che i giochi rimangono perennemente aperti e non c’è l’antidoto dello scioglimento del Consiglio se si dimette il presidente scelto dagli elettori”, rincara Rete Civica. Troppo alto anche lo sbarramento per la singola lista che si attesta al 6%, sostiene il movimento di sinistra.

Non basta dunque l’inserimento della preferenza di genere nella proposta di legge del Partito Democratico per sancire la pace con gli altri movimenti di sinistra, che anzi Rete Civica definisce “uno specchietto per allodole”.

I consiglieri “Cretier, Padovani e Malacrinò hanno rinnegato tutto, di rosso non hanno più neppure la vergogna”, conclude polemica la nota.

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