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Riforma elettorale, CRE: “venga calendarizzato o si tratta di omissione di atti d’ufficio”. Bertin: “massima attenzione sul tema”

di Redazione

di Redazione

La delegazione del CRE – Comitato Refeferdario Elettorale – si è data appuntamento ieri pomeriggio per commentare l’iter del referendum elettorale consultivo, che a loro detta starebbe subendo un vero boicotaggio da parte dei partiti presenti in Consiglio Valle.

Il comitato è trasversale alla politica valdostana, al tavolo siedono esponenti dalla sinistra alla destra: Elio Riccarand per Rete Civica, Alberto Zucchi per Fratelli d’Italia, Gabriella Poliani per Azione, Giovanni Girardini per Reinessance, Raimondo Donzel per Area Democratica, Patrizia Pradelli per il M5S e Emily Rini per Forza Italia. Tutti questi partiti sono accomunati dalla richiesta di introdurre l’elezione diretta del Presidente della Giunta, sostenuto da una sua maggioranza, per dare maggiore stabilità alla governo regionale. “Il resto, come le preferenze di genere, potrà essere demandato successivamente alla concertazione in Consiglio Valle“, affermano.

A prendere parola, in primo luogo, è Elio Riccarand che ha sostenuto le ragioni per le quali il rinvio del referendum, non calendarizzato per il prossimo Consiglio Valle, sarebbe una grave omissione da parte del Presidente Bertin: “la procedura prevista per arrivare all’indizione del referendum consultivo è diversa da quella utilizzata l’abrogativo o il propositivo. L’articolo 45 comma 3 prevede che il presidente della Regione, una volta ricevuta la deliberazione del Consiglio Valle che stabilisce l’effettuazione del referendum consultivo, indica il referendum entro dieci giorni. Non è vero quindi che se il Consiglio non delibera nella seduta del 22 giugno non si può votare in autunno, perché fanno fede i 10 giorni dopo la trasmissione della delibera e quindi anche il Consiglio del 13 luglio è ancora buono. L’importante è che il presidente Bertin iscriva questo punto all’ordine del giorno (…) Siamo davanti ad una omissione di atti d’ufficio, quindi stiamo anche valutando il ricorso, sicuramente chiederemo un consiglio straordinario entro la fine del mese, perché il tema è troppo importante e va data la parola ai cittadini“.

Gli fanno eco le parole di tutti gli altri esponenti al tavolo dei relatori, con Zucchi che chiede a gran voce che le forze politiche in Consiglio Valle – alias Lega VdA e UV – prendano una posizione netta sul referendum: “la raccolta di oltre 3360 firme in poche settimane è già un piccolo referendum che ci rende lo spaccato di cosa vogliano i valdostani. In Consiglio Valle però nessuno si esprime con chiarezza, ci dicano cosa pensano su questa proposta senza menare il can per l’aia“. Dello stesso avviso Emily Rini che ricorda come solo i Consiglieri di Forza Italia, insieme a Claudio restano, abbia già dato pieno appoggio alla proposta. Caustico anche Donzel su un vecchio compagno di battaglie, il Presidente Bertin, che un tempo era “un campione dei referendum” ed oggi invece si starebbe trincerando in modo incompresibile.

Proprio Alberto Bertin è l’oggetto degli attacchi più pesanti del CRE, che solleva una sua presunta omissione di atti d’ufficio per non aver ancora calenderizzato nei lavori del Consiglio Valle la proposta di referendum consultivo. La priorità per il Comitato sul referendum elettorale è votare entro il 2022.

Accuse però rigettate dallo stesso Presidente del Consiglio Valle Bertin, il quale – attraverso una nota stampa diffusa in contemporanea alla conferenza del CRE – ricaccia le accuse di inerzia e assicura massima attenzione sul punto: “sarà cura della presidenza del Consiglio assicurare la massima attenzione rispetto alle evoluzioni della questione, in primis, in sede di approfondimento in prima Commissione consiliare, nell’ottica, già evidenziata, di assicurare la più efficace prima attivazione dell’istituto del referendum consultivo“. E poi passa la palla ai gruppi politici presenti in ConsVdA in merito al rinvio della calendarizzazione: “su esplicita richiesta la stragrande maggioranza dei gruppi consiliari della prima commissione si è dichiarata nell’impossibilità di assumere una decisione nel prossimo Consiglio. Non tenere in considerazione l’orientamento dei gruppi consiliari significherebbe riproporre la stessa discussione svoltasi in commissione con l’esito scontato di un rinvio o peggio di una sbrigativa bocciatura della richiesta di referendum consultivo“.