E’ l’ultimo discorso da Sindaco di Aosta, quello di Gianni Nuti, che stamane in Consiglio comunale si è concesso di tirare le fila sul proprio mandato. Un discorso sospeso tra sentimenti contrastanti, fra l’emozione di chi sa che – per il momento – sarà la propria ultima uscita pubblica, senza farsi mancare l’occasione per delle stoccate agli avversari interni e esterni.
Ne ha un po’ per tutti Nuti, per i “populisti e demagoghi” che hanno seminato parole al veleno al posto che unione, per i partiti della propria coalizione che gli avrebbero imputato di aver applicato ortodossamente il programma elettorale, nonché per il suo avversario – Giovanni Girardini, Capogruppo de ‘La Renaissance’ – reo di aver pubblicato dei post social in cui si mostra intento a bagnare le piante in viale Conte Crotti. Quest’ultimo, per poco, non finisce per esser paragonato a Mussolini in canottiera sulla trebbiatrice, ovviamente “gridando Viva il Re!”. Nuti invece i rifiuti per strada li ha sempre raccolti in silenzio – sottolinea egli stesso – senza bisogno di cercare consenso, salvo ricordarlo oggi pubblicamente durante il discorso di commiato.
Quello che invece ha funzionato, secondo Nuti, è la Giunta comunale, una sinergia sorprendente e tale da aver garantito importanti risultati per la città, oltre ad aver rispettato nella sostanza il programma elettorale: sono tanti gli obiettivi centrati per il Sindaco uscente, dal recupero dei café sotto i portici, all’A.P.S. coi conti in ordine, fino alle riqualificazioni del Quartiere Cogne e tanto altro ancora. Una sintonia così forte che il Sindaco, toccandogli quest’ultima amara recita, sembra l’unico a non rendersi conto di quanto i suoi leali compagni di viaggio siano da tempo – e senza troppo badare alla sorte del loro Primo cittadino – alla ricerca della propria personale scialuppa di salvataggio.
Ed è qui che l’emozione prevale, in un uomo di cultura e – probabilmente – di grande sensibilità: “Aosta mangia i suoi figli”, diceva il Sindaco qualche tempo fa. E su questo probabilmente ha ragione, a Nuti stavolta è toccato il ruolo di capro espiatorio. Da domani molti dei suoi “compagni” – responsabili tanto quanto lui – si saranno molto democristianamente reinventati. Lui no.
“Dagli amici mi guardi Iddio, che dai nemici mi guardo io”: mai proverbio fu più giusto per la circostanza. E forse per questi tempi in cui la politica, più in generale, sembra aver smarrito il senso delle cose.
Giuseppe Manuel Cipollone




