E’ l’arte di Felice Casorati – uno degli artisti più significativi del Novecento – la grande protagonista della proposta artistica invernale offerta dall’Assessorato ai Beni e alle attività culturali nelle sale del MAR – Museo Archeologico Regionale in piazza Roncas, ad Aosta.
La ricca esposizione dal titolo ‘Felice Casorati. Pittura che nasce dall’interno’ è stata ufficialmente inaugurata nella serata di ieri, 1° dicembre, e riunisce oltre cento opere realizzate tra il 1904 e il 1960. Tra produzioni inedite, dipinti, disegni e bozzetti teatrali, spicca la sezione dedicata all’attività scultorea di Casorati, molto meno nota e definita da qualche critico come una ‘scultura di pittura’, poiché denota un dialogo continuo tra queste due forme artistiche.


Il lungo percorso espositivo attraverso le forme e i dettagli dell’arte casoratiana – introdotto da Daria Jorioz, dirigente della struttura Attività espositive e promozione dell’identità culturale – propone al contempo un metaforico viaggio nella più vasta produzione artistica del Novecento, dacché l’autore entrò in contatto e subì le influenze di altri artisti di prestigio tra cui Gustav Klimt e Piero della Francesca, fino ad arrivare alla nascita della ‘Scuola di via Galliari’, la scuola libera di pittura di Felice Casorati, che fu un luogo non solo di formazione artistica per gli allievi che la frequentarono, ma anche un punto di incontro per i pittori e gli intellettuali dell’epoca.
Felice Casorati, piemontese di origine, presenta anche un legame forte e sentito, personale e artistico, con la Valle d’Aosta. Quest’ultimo è testimoniato dal suo amore per il silenzio della montagna, dai soggiorni valdostani, e dalla presenza di due opere all’interno delle collezioni d’arte regionali del Castello Gamba, Museo di arte moderna e contemporanea di Châtillon: una veduta di ‘Saint-Nicolas’ del 1925 e la composizione ‘Paralleli II’ del 1949. Tra le opere in mostra al MAR, inoltre, compare l’opera ‘Dormiente davanti al Cervino’, risalente al 1960, che ritrae una donna vestita di rosso sdraiata su un telo anch’esso rosso, e sullo sfondo una delle cime valdostane più iconiche e riconosciute.

Tempera su cartoncino nero riportato su tela,
Collezione Bois-Sposato Aosta.
“Aosta è ormai diventata un luogo riconosciuto a livello nazionale ma anche internazionale per la qualità delle sue mostre, la perizia e la cura degli allestimenti e dei cataloghi. Le nostre esposizioni riescono sempre ad esaltarne il contenuto e ad accompagnare i visitatori lungo un percorso di consapevolezza sia del processo artistico dell’autore ma soprattutto di quello umano”, ha dichiarato l’Assessore ai Beni e alle Attività Culturali Jean-Pierre Guichardaz.
L’allestimento, a cura di Alberto Fiz, intende sviluppare l’arte di Casorati a 360°, proponendo un percorso suddiviso in diverse sezioni che ne esplorano le tematiche ed i contenuti a lui più cari come ad esempio il paesaggio, il teatro, la musica. Tra questi, a primeggiare, è senz’altro la visione raffinata ed essenziale del nudo femminile posta al centro di numerosi capolavori dal forte valore evocativo, tra cui ‘Abbandono o Nudo di schiena’ del 1929, ‘Ragazza nuda di schiena’ del 1930, ‘Donne in barca o La barca’ del 1933.



Oltre a questi, l’esposizione propone altri capolavori provenienti da diverse istituzioni pubbliche o private, tra cui si segnalano ‘Persone’ del 1910, ‘Tiro al bersaglio’, 1919, ‘Le due sorelle’, 1921, ‘Ritratto dell’Ingegner Gino Beria’, 1924-25, ‘Nudo sdraiato’, 1934, ‘L’angelo azzurro’ e ‘Testa Gialla o Donna allo specchio’ del 1950, ‘Donna con le carte’, 1954 e ‘Autoritratto’, risalente agli anni 1959-60.



Degni di attenzione sono poi ‘Fanciulla addormentata’, testimonianza del 1921 che rappresenta lo studio preparatorio per l’omonimo dipinto andato distrutto dieci anni dopo nel rogo del Glaspalast, il Palazzo di Cristallo di Monaco; un raro bassorilievo in gesso ‘La dormiente’ del 1924 identico a quello che faceva parte del teatro privato del mecenate e collezionista torinese Riccardo Gualino; l’esposizione di alcuni oggetti provenienti dallo studio di Casorati che compaiono nei suoi dipinti, come l’astrolabio, l’elmo e il busto in gesso ed infine l’approfondimento sulla scuola privata di Casorati – a cui è dedicata l’ultima sala del percorso espositivo – dove si sono formati i suoi allievi più noti tra cui Silvio Avondo, Albino Galvano, Nella Marchesini, Paola Levi Montalcini, Marisa Mori, Lalla Romano e Daphne Maugham che nel 1931 diventerà sua moglie.



Felice Casorati, come dimostra questa esposizione, “è in grado di comunicare fortemente con noi e ha una grande capacità emotiva. E’ un grande maestro che è attuale nella sua apparente inattualità, un’attualità che esprime la profondità dell’animo umano: è questo l’aspetto fondamentale delle sue opere, che va al di là di qualsiasi indagine diretta del mondo esteriore e si sofferma sul racconto di una verità profonda, quella della pittura e della forma”, ha dichiarato il curatore del progetto espositivo Alberto Fiz.
La mostra è accompagnata da un ampio catalogo in italiano e francese edito da Gli Ori, con saggi critici di Alessandro Botta, Luigi Cavallo, Alberto Fiz, Daria Jorioz, Luca Motto, Patrizia Nuzzo, Francesco Poli, Sergio Risaliti, in vendita in mostra al prezzo di 36 euro.
L’esposizione sarà aperta al pubblico fino al 7 aprile 2024 e sarà visitabile dal martedì alla domenica, dalle 10:00 alle 13:00 e dalle 14:00 alle 18:00. Il prezzo del biglietto di visita è di 6 euro per l’intero, 4 euro per il ridotto. La mostra è inserita nel circuito di Abbonamento Musei.
Martina Branco