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La nuova legge sulle attività trasfusionali passa all’unanimità, ma porte chiuse alla donazione autologa

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di Redazione

Questa mattina, 20 dicembre, il Consiglio Valle ha votato all’unanimità una nuova legge sulle attività transfusionali e sulla produzione degli emoderivati in Valle d’Aosta. Il testo, presentato ieri dalla Giunta regionale, è stato illustrato in aula dal Consigliere unionista Roberto Barmasse.

Una nuova normativa che arriva in una regione alpina, la nostra, che ha registrato nel 2023 un totale di 2.550 volontari che hanno effettuato 6.755 donazioni di sangue, posizionandosi tra le prime in Italia per il plasma raccolto rispetto alla popolazione residente.

Ha spiegato Barmasse introducendo la proprosta di legge: “avverà uno sdoppiamento dell’attuale commissione regionale tecnico-consultiva in due organi: la commissione per la programmazione in materia di attività trasfusionali, con compiti consultivi e di pianificazione, tra i quali anche la definizione in accordo con la struttura regionale competente del Programma annuale di autosufficienza regionale, e il Comitato tecnico-consultivo, con competenze più gestionali, cui spetta anche la predisposizione del Piano pluriennale sangue e plasma”.

Nella nuova legge regionale è stata eliminata la soglia minima del 12,5% dei donatori attivi che dovevano essere raggiunti annualmente per la rappresentanza delle associazioni e federazioni dei donatori di sangue nella commissione regionale valsostana. Le modifiche includono anche la revisione delle modalità di concessione dei contributi, con il finanziamento di progetti specifici per il raggiungimento dell’autosufficienza regionale di sangue ed emoderivati. Inoltre, è previsto un aumento del 10% rispetto alle quote di rimborso stabilite dalla normativa statale per le attività svolte dalle associazioni e federazioni regionali, al fine di fornire un supporto economico adeguato.

Respinti gli emendamenti delle opposizioni

In primo luogo, è stato respinto un ordine del giorno presentato dalla Lega VdA, che invitava al governo regionale a mettere in campo ogni azione utile per consentire la trasfusione autologa. L’iniziativa del Carroccio non è passata con il voto contro della maggioranza e due astensioni da parte della sinistra di PCP.

Più diretto l’intervento del Consigliere Diego Lucianaz (RV), che recentemente ha promosso una conferenza sul tema alla sala conferenze della BCC di Aosta, ed oggi ha presentato un emendamento – anch’esso sulla donazione autologa – per impedire che il sangue dei donatori vaccinati per il Covid-19 fosse sommistrato a dei pazienti senza il consenso di questi ultimi.

“Il primo impegno per un donatore di sangue è la responsabilità – ha chiosato in aula il Consigliere Lucianaz -. Al fine di garantire la massima tutela nei confronti del ricevente vale il principio di precauzione che prevede che il donatore sia in buona salute e proprio per questo vengono individuate delle situazioni in cui la donazione non è consentita. Le regole stabilite dall’ente preposto alla raccolta, prevedono, ad esempio, che dopo una vaccinazione antinfluenzale è vietato donare sangue per tre mesi e non si capisce razionalmente il motivo per cui nel caso del vaccino anti-Covid, invece, ci si possa recare a donare anche il giorno dopo essere stati inoculati. Parrebbe che almeno l’80% degli italiani abbia in corpo almeno una dose di uno dei vaccini ancora allo stato sperimentale. Tra questi ci sono anche i donatori, il cui sangue è messo a disposizione degli ospedali italiani. Le segnalazioni di persone non vaccinate ma trasfuse sono numerose, si tratta di persone che hanno avuto le stesse reazioni avverse della vaccinazione anti-Covid. Il disegno di legge manca di attenzione nei confronti della pratica della donazione autologa dando la possibilità di donare il proprio sangue in previsione di un’operazione e di quella “dedicata” che invece dà la possibilità di donare il proprio sangue a un parente o a un congiunto”.

Anche l’emendamento del Rassemblement Valdôtain è stato bocciato in Consiglio Valle.

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