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La Cassazione annulla la condanna a carico del dott.Leo, primario di ginecologia

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di Redazione

L’abuso d’ufficio non è più reato: questo il motivo con il quale la terza sezione della Corte di Cassazione ha riformato la condanna a carico del medico Livio Leo, 59 anni, direttore della struttura di ostetricia e ginecologia dell’Usl VdA.

Al dott. Leo era stato contestato – e poi giudicato colpevole in due gradi di giudizio – di aver operato brogli per favorire dei candidati in un concorso pubblico per l’assunzione di ginecologi. Già assolti per non “aver commesso il fatto” i candidati selezionati nella prova contestata, Veronica Arfuso, Andrea Capuano, Francesca Deambrogio e Riccardo Fiorentino. Le indagini erano scattate da un esposto di Emily Rini, all’epoca dei fatti consigliere regionale.

L’ultima sentenza d’appello, del novembre 2022, che condannava a 10 mesi di reclusione il dott. Leo (pena sospesa) è stata dunque riformata togliendo l’imputazione per il reato d’abuso d’ufficio che ora non è più reato, rimandando il procedimento in appello per il solo reato di rivelazione di segreto d’ufficio. Ad esser riformata, come per il dott. Leo, anche la condanna al collega Enrico Negrone, entrambi membri della commissione giudicatrice all’epoca del concorso.

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