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Inchiesta Geenna – Disposti cinque rinvii a giudizio

di Redazione

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Cinque rinvii a giudizio sono stati disposti oggi alla fine dell’udienza preliminare dell’inchiesta Geenna sulla presenza della ‘Ndrangheta in Valle d’Aosta.

Il provvedimento riguarda l’ex consigliere regionale Marco Sorbara, l’ex consigliere comunale di Aosta Nicola Prettico, l’ex assessore comunale di Saint-pierre Monica Carcea, il ristoratore Antonio Raso e l’ex dipendente del Casinò, Alessandro Giachino.

Non sarà della partita una delle figure principali, Bruno Nirta, 62 anni, originario di San Luca (Reggio Calabria), che ha scelto il rito abbreviato e sarà giudicato il 7 febbraio a Torino con altri dodici imputati, tra cui il penalista Carlo Romeo. Uno dei suoi avvocati, Luigi Tartaglino, nel corso dell’udienza ha tentato di azzerare il capo d’accusa. Nirta, il 2 gennaio, aveva fatto sapere che voleva essere ascoltato dai pubblici ministeri della procura di Torino. Era un suo diritto. Ma la comunicazione, dal carcere di Teramo, raggiunse Palazzo di Giustizia solo il 7 gennaio. E il 3 gennaio i pm avevano già chiesto il rinvio a giudizio. Secondo Tartaglino il provvedimento non aveva valore e andava annullato: una tesi che, se fosse stata accolta, per Nirta avrebbe significato non solo uno stop al processo, ma il ritorno in libertà, visto che i termini di custodia cautelare scadevano il 22 gennaio. A tradirlo è stata una minuzia. Al personale del carcere consegnò un bigliettino in cui aveva scritto di voler essere “sentito” dai pm. Avrebbe dovuto scrivere, visto che il procedimento si trovava nella fase della cosiddetta ‘chiusura delle indagini’, di voler essere “interrogato”. Una differenza leggera nel linguaggio comune ma, evidentemente, fondamentale nelle aule di giustizia, tanto che in proposito esiste anche un precedente sancito dalla Corte di Cassazione. Il gup, in accordo con i pm, ha stabilito che “non è emersa in modo esplicito e inequivocabile” l’intenzione di sottoporsi a un vero e proprio interrogatorio. “Essere sentito” manifesta una volontà “generica” che può significare tante cose. 

Contro Nirta si è costituita parte civile la Regione Valle d’Aosta, patrocinata dall’avvocato Riccardo Jans, così come i Comuni di Aosta e di Saint-Pierre.

Il processo comincerà ad Aosta l’11 marzo.