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Il Traforo del Monte Bianco al centro del convegno di Confindustria. Bonomi: “non è un tema esclusivamente valdostano”

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di Redazione

Si è tenuto martedì 21 novembre 2023 presso la splendida cornice di Skyway Monte Bianco a Courmayeur ‘Il fattore tunnel: la fragilità delle connessioni tra Italia ed Europa‘, il convegno organizzato da Confindustria Valle d’Aosta in collaborazione con il Consiglio delle Rappresentanze Regionali di Confindustria.  

L’idea dell’evento è nata dalla necessità, espressa più volte nel corso delle riunioni del Consiglio delle Rappresentanze Regionali, di riflettere su un tema che non riguarda solo la Valle d’Aosta, ma che ha ripercussioni significative su tutto il territorio nazionale e cioè quello della chiusura del Traforo del Monte Bianco. 

Presenti al convegno, tra le altre cariche istituzionali intervenute e i rappresentanti delle principali imprese valdostane, il Presidente della Regione autonoma Valle d’Aosta Renzo Testolin e l’ Assessore allo Sviluppo economico, Formazione e Lavoro, Trasporti e Mobilità sostenibile Luigi Bertschy.

E’ necessario continuare a richiamare l’attenzione su quello che sta succedendo alle strutture ed infrastrutture alpine – esordisce in apertura dei lavori del convegno Carlo Bonomi, Presidente di Confindustria.  “ Il tema della chiusura del Traforo del Monte Bianco non è un tema esclusivo della Valle d’Aosta ma è un tema nazionale e questa battaglia non è una battaglia corporativa, è un interesse strategico del Paese e i numeri ce lo dimostrano”. 

Carlo Bonomi, Presidente nazionale di Confindustria

Il Presidente Bonomi non ha mancato l’occasione anche per lanciare una stoccata diretta alla politica:  “purtroppo sono molti anni che registriamo un irritante fastidio da parte del ceto politico a tutti i livelli, anche europeo, a confrontarsi nel merito dei temi da affrontare; un irritante fastidio nei confronti dei corpi intermedi che cercano con perizia e serietà di contribuire alla crescita economica sociale e sostenibile dei nostri territori”

Ma perché oggi è così importante parlare del tunnel? In base ai dati ISTAT il totale dell’import- export dell’ Italia nel mondo nel 2022 è stato di 467 milioni di tonnellate. Il 43% , pari  cioè ad un valore di 670 miliardi di euro, rappresenta lo scambio con l’Europa; quasi la metà di quei 670 miliardi passa attraverso le Alpi. Ci si può rendere così facilmente conto di quanto sia strategico per il nostro Paese il passaggio delle merci attraverso i valichi alpini. Il volume complessivo del trasporto merci  transalpino è stato di circa 204 milioni di tonnellate, in prevalenza con trasporto su gomma; gli altri paesi su cui c’è maggiore transito sono Francia e Svizzera. 

I valichi alpini rappresentano quindi “la porta” dell’economia italiana sull’Europa: un asset fondamentale ma al contempo un asset critico sul quale sono necessarie delle grandi riflessioni. Una delle principali questioni da affrontare, oltre a quella delle fragilità delle infrastrutture,  è senza dubbio quella della manutenzione che per molti anni è stata scarsa e inesistente e quello che sta accadendo oggi al tunnel del Monte Bianco ne è un’ evidente conseguenza.

Le conseguenze sono sotto gli occhi di tutti – prosegue BonomiBasti pensare che quest’anno abbiamo avuto l’interruzione della linea ferroviaria del Gottardo, la chiusura del traforo del Frejus a causa di una frana, la chiusura della galleria stradale del San Gottardo e la chiusura programmata di diversi mesi per ciascuno dei prossimi 18 anni del Traforo del Monte Bianco. A tutto ciò dobbiamo aggiungere le limitazioni del traffico che sono state imposte dall’Austria, principale valico di transito delle merci del Brennero. Bisogna intervenire con urgenza e migliorare la competitività del trasporto merci ferroviario; si fanno grossi investimenti sull’alta velocità ma non si parla mai di trasporto merci, che sarà fondamentale anche in un’ottica di sostenibilità. Per quello che riguarda il Traforo del Monte Bianco sarà fondamentale  – come più volte ribadito anche dal Presidente di Confindustria Valle d’Aosta Francesco Turcato – la realizzazione della seconda canna”.

L’Italia rischia infatti di trovarsi isolata dal resto d’Europa a causa di banali smottamenti, lavori di manutenzione eseguiti senza programmazione e decisioni politiche non concordate in sede europea. Un vero e proprio macigno che pesa sulle aspettative dell’economia italiana, sulle prospettive dell’export e sull’ attrattività del nostro Paese. 

Il governo valdostano parla all’unisono  – conclude Renzo Testolin . Siamo assolutamente allineati sulla necessità di fare massa critica verso quelle che sono le esigenze del nostro territorio. Dobbiamo migliorare la sicurezza e la fluidità del nostro traffico, sia automobilistico  – che è quello che a noi interessa di più come regione  –  sia quello legato al commercio” . 

Lucia Vallesi