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Il purgatorio dei vinti: a P.S. Martin viene presentato il libro sul campo di prigionia per i repubblichini sconfitti

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di Redazione

Giovedì 4 maggio 2023, alle ore 21:00, un appuntamento alla biblioteca di Pont-Saint-Martin con la presentazione del libro ‘Il purgatorio dei vinti’, scritto dal prof. Gianni Oliva. Il testo tratta della storia dei prigionieri fascisti nel campo di prigionia di Coltano.

L’evento è realizzato in collaborazione con la Libreria Mondadori di Ivrea.

Chi è Gianni Oliva?

Giornalista pubblicista e scrittore, Gianni Oliva è anche docente universitario di storia delle istituzioni militari. Oggi è presidente del Conservatorio Giuseppe Verdi di Torino.

Prof. Gianni Oliva

Il libro

Da Raimondo Vianello a Enrico Maria Salerno, da Walter Chiari a Enrico Ameri, dal giornalista Mauro De Mauro all’anziano scrittore americano Ezra Pound, dal futuro ministro Mirko Tremaglia all’olimpionico della marcia Pino Dordoni: ci sono tanti nomi illustri tra gli oltre trentamila militi e sostenitori della Repubblica Sociale Italiana ammucchiati, a fine guerra, nel campo di prigionia allestito dagli Alleati a Coltano, alle porte di Pisa. Sono i vinti della guerra civile, per la maggior parte “ragazzi di Salò”, che dopo l’8 settembre hanno scelto la continuità con i valori del Ventennio, cercando il senso della patria e dell’onore schierandosi dalla “parte sbagliata” della storia.

Alcuni dei loro camerati hanno avuto un destino drammatico, travolti nella convulsione della resa dei conti. Altri, come Dario Fo, sono riusciti a eclissarsi prima del tracollo; altri ancora sono rinchiusi in campi minori, come Padula, Scandicci, Rimini. Alcuni di loro ricorderanno l’esperienza senza reticenze e senza orgoglio, riferendosi a una stagione della vita rispetto alla quale serve più comprensione che anatema: “non rinnego né Salò né Sanremo”, confesserà Raimondo Vianello. Molti cercheranno di rimuovere e cancellare il ricordo, altri ancora ammetteranno con imbarazzo rinviando alla confusione del periodo.

Con un attento lavoro sulle testimonianze autobiografiche e la documentazione scientifica, l’autore ripercorre la vicenda dei prigionieri di Coltano, le difficoltà delle condizioni di vita, l’indeterminatezza del loro status giuridico, le ambiguità di una stagione sospesa tra volontà punitiva e bisogno di normalizzazione, i successivi percorsi della memoria. Ne risulta un quadro suggestivo, nel quale Coltano non si presenta come il campo di prigionia di ex combattenti nostalgici, ma come lo specchio dello smarrimento ideologico e morale lasciato nelle coscienze dal 1943/1945.

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