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I giovedì del MAR alla scoperta della necropoli di Vollein

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di Martina Branco

Prosegue la rassegna delle conferenze estive proposte dal MAR – Museo Archeologico Regionale per presentare alcune interessanti attività e ricerche dedicate al patrimonio culturale valdostano. 

Il quarto appuntamento, tenutosi ieri 22 giugno, si è incentrato sull’area archeologica di Vollein – situata nei pressi dell’omonimo villaggio nel comune di Quart – e sui risultati scientifici del progetto Interreg che ha avuto l’obiettivo di ri-scoprire le ricchezze di quest’area attraverso il recupero dei dati precedentemente raccolti e attività di studio ex-novo svolte direttamente sul campo, al fine di valorizzare l’unicità e la particolarità del sito di Vollein. 

Ad aprire la conferenza è stato l’archeologo della Soprintendenza per i Beni culturali Luca Raiteri, il quale ha presentato il ‘Circuito della Preistoria in Valle d’Aosta’ che racchiude una serie di siti preistorici risalenti al V millennio a.C. situati nel nostro territorio, come ad esempio i siti del Mont Fallère a Saint Pierre o la necropoli di Champrotard a Villeneuve. Tra questi vi è anche il sito di Vollein, dove le ricerche hanno portato alla luce dei reperti molto importanti e caratteristici, oltre alle sepolture e alle suggestive incisioni rupestri. 

Fin dalla prima segnalazione – avvenuta nel 1968 da parte dell’allora Presidente della Société Valdôtaine de Préhistoire et d’Archéologie, Damien Daudry – ci si rese conto dell’importanza storica di questo luogo che, fino al 1994, fu oggetto di ricerche e di campagne di scavo sotto la direzione scientifica della dott.ssa Rosanna Mollo e di Franco Mezzena. Durante gli anni di studio sono state indagate numerose tombe a cista, oltre 60, che costituiscono l’area della necropoli risalente al Neolitico medio-recente, e situata sulla sommità di un dosso raggiungibile attraverso un percorso sentieristico. 

Le ossa di Vollein sono state ritenute particolarmente interessanti dagli antropologi di Berna, poiché su queste è stato possibile eseguire degli esami del DNA dal momento che si sono conservate benissimo”, ha spiegato Raiteri. Da qui la stupefacente scoperta: “in due tombe differenti sono presenti due individui appartenenti alla stessa famiglia, nello specifico madre e figlio”. I resti antropologici sono tuttora oggetto di studio presso l’Università di Berna – partner del progetto – che consentirà di acquisire importanti informazioni relative al genere, all’età, eventuali patologie e legami parentali. 

Dello studio della documentazione archeologica rinvenuta a Vollein si è occupata l’archeologa Gwenaël Bertocco. Oltre alla necropoli – dove sono stati individuati principalmente elementi di corredo, monili e corredi funerari realizzati attraverso diversi materiali come ad esempio conchiglie, lignite, quarzo e pietra verde – un’area di notevole interesse circa il rinvenimento di reperti archeologici è stata la cosiddetta ‘frequentazione’.

In questa zona sono stati individuati numerosi oggetti che afferiscono alle sfera quotidiana, ad esempio alle attività domestiche, tuttavia, il termine generico ‘frequentazione’ è dato dal fatto che “non sono state rinvenute delle strutture che facessero pensare a delle vere e proprie abitazioni”, ha sottolineato Bertocco. Tra gli oggetti rinvenuti troviamo utensili agricoli e domestici, armi, oggetti per il cucito e vasi realizzati in ceramica, osso e metallo. Il vasellame in terracotta, in particolare, grazie alle sue forme e alle decorazioni, “ha permesso di precisare la cronologia di quest’aria, che si colloca nell’Età del Bronzo Medio, durante il II millennio a.C.”.

Di particolare interesse poi sono le incisioni rupestri individuate su un’ampia superficie rocciosa, situate al lato della necropoli, durante le fasi di lavoro degli anni ‘80.

A presentarle è stata l’archeologa preistorica Natascia Druscovic. Il rilievo effettuato sulle incisioni ha permesso di identificare la tipologia di queste ultime: si tratta di figurazioni simboliche, tratti geometrici come coppelle, ovvero nuvole di punti forse utilizzate per raffigurare la volta celeste, linee e forme serpentiformi e possibili pediformi. “In altre aree delle Alpi occidentali sono presenti numerose incisioni di piedi o suole: queste, simbolicamente, si ipotizza che possano raccontare un trapasso o una sorta di firma di autore. Secondo alcuni studi potrebbero risalire all’Età del Ferro: questo confermerebbe la presenza antropica anche in un periodo successivo rispetto a quelli precedentemente presentati”, ha spiegato Druscovic.

I lavori svolti all’interno del progetto ‘Scoprire per promuovere/Découvrir pour promouvoir’ hanno previsto una serie di interventi di valorizzazione del sito, come ad esempio la messa in sicurezza delle strutture tombali, l’installazione di pannelli informativi lungo la strada che conduce al sito e la futura costruzione di una pedana, oltre alla sistemazione e all’analisi sistematica della documentazione redatta durante le campagne di scavo. Inoltre, sono stati creati diversi strumenti accessibili da tutti e in maniera autonoma, direttamente sul sito oppure sul web. 

Scansionando i QR code del sito di Vollein o consultando il sito al link https://digitavollein.eu/ è possibile accedere a una serie di contenuti multimediali che consentono a chiunque ed in qualsiasi momento di scoprire l’area archeologica in tutte le sue sfaccettature. Particolarmente interessante il modello della ‘tomba 31’, replicato e osservabile in ogni suo minimo dettaglio, fedelmente replicato in un modellino in scala insieme alla conchiglia glycymeris.

Altri modelli in 3D possono essere consultati su Sketchfab, dove sono state caricate 3 collezioni dedicate a Vollein, raggiungibile al link https://sketchfab.com/Soprintendenza_BAC_R.A.V.A, dove è possibile osservare ed esplorare tutti gli oggetti e l’intera area in realtà aumentata. 

Ma le attività di valorizzazione non finiscono qui: il responsabile scientifico del Museo Archeologico Regionale, Maria Cristina Ronc, ha preannunciato che “a partire dal prossimo novembre, il MAR ospiterà una sezione – la prima in assoluto – interamente dedicata al ‘Circuito della Preistoria’, dove troveranno spazio alcuni dei risultati di questo meraviglioso lavoro”. 

I giovedì del MAR tornano giovedì prossimo, 29 giugno, con il quinto appuntamento ‘Il sito acheologico di Bois de Montagnoulaz (Pré-Saint-Didier): dallo scavo alla valorizzazione’. La conferenza illustrerà il sito archeologico recentemente aperto al pubblico e sarà allestita una vetrina con i principali reperti restaurati. Gli ospiti dell’incontro saranno Alessandra Armirotti e Gwenaël Bertocco. Modererà Ambra Idone.

Martina Branco