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Fratelli d’Italia contro i parlamentari valdostani e il governo regionale: “Basta giochini di palazzo, manca chiarezza politica”

di Redazione

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“Siamo sconcertati di fronte all’ennesima dimostrazione dei Rappresentanti della Valle D’Aosta eletti a Roma alla Camera dei Deputati ed al Senato della Repubblica che vediamo più determinati a salvare la propria poltrona piuttosto che a rappresentare le istanze del nostro territorio in un momento drammatico” scrive in una nota Alberto Zucchi, coordinatore regionale di Fratelli d’Italia.

“Da un lato ci domandiamo cosa abbia fatto fino ad ora e dove abbia vissuto il Deputato Tripodi se è arrivata a dover presentare al Governo degli sterili ordini del giorno che lo impegnino ad un generico riconoscimento del valore dei territori di montagna. 

Evidentemente non si rende conto di esser lei stessa parte della maggioranza partitica di un  governo finalmente giunto al capolinea, dimostrando la stessa incapacità politica di coloro che lo compongono e che stanno massacrando il nostro territorio, così come l’Italia intera, con provvedimenti incomprensibili senza certezze di conseguenti risarcimenti tempestivi e soprattutto congrui per gli operatori economici a vario titolo duramente colpiti.

Dall’altro, non possiamo che rilevare l’ennesima astensione espressa ieri dal Senatore Lanièce rispetto ad un provvedimento nuovamente contrario alla nostra economia ed alla nostra dignità di territorio di montagna che non potrà che mettere le attività produttive pubbliche e private nuovamente in condizioni disperate per una regione geograficamente e demograficamente circoscritta come la nostra avendo il governo giallorosso, tra l’altro, deciso di impedire lo spostamento tra regioni pur aventi lo stesso colore, sbattendo pertanto la porta in faccia alla richiesta espressa ufficialmente dal Presidente Lavevaz.

Anche a proposito dell’atteggiamento del governo giallorosso che ha impugnato la legge regionale cosiddetta antiDPCM votata da tutte le componenti autonomiste ci domandiamo, alla luce dell’esito della sospensiva pronunciata oggi per la prima volta dalla Consulta, se Laniece sia riuscito, in 7 anni di mandato da Senatore turista per caso a Roma, a leggere completamente il Regolamento di Funzionamento del Senato e se sia arrivato al Paragrafo dove viene spiegata l’esistenza anche del voto contrario per manifestare il dovuto dissenso di fronte al diniego del governo di vedersi riconoscere le misure minime necessarie al rispetto istituzionale e alla valorizzazione della nostra regione e della nostra economia.

Sul piano politico ci preoccupa, invece e non poco, la possibilità che tale astensione sia stata concordata con il suo Partito e con i Partiti autonomisti componenti la maggioranza regionale, come recentemente successo con l’espressione del voto di fiducia favorevole al governo in occasione della Legge di Bilancio dello Stato 2021, totalmente incurante del nostro territorio ed anche delle sue esigenze extra crisi pandemica come, ad esempio, lo svincolo della Legge Madia per CVA e per gli impianti di risalita.

Anche e non solo per una questione di dignità e di coerenza politica, in presenza oltretutto della sentenza della sentenza della Consulta ufficializzata oggi, chiediamo quindi un netto e inequivoco posizionamento da parte del Governo Regionale circa i rapporti con le residue forze componenti un governo nazionale ormai a pezzi, anche attraverso le prossime dichiarazioni di voto che dovrà esprimere tramite il proprio rappresentante Senatore, alla luce della recente apertura della crisi e al fine di rendere evidente al Popolo Valdostano quali siano realmente le proprie reali intenzioni.

FdI Valle d’Aosta ritiene che l’Italia non possa permettersi di perdere altro tempo in giochini di Palazzo e che, nell’impossibilità ormai evidente di presentare una maggioranza parlamentare solida necessaria per assumere le decisioni cruciali dei prossimi mesi che ricadranno sulla nostra regione, l’unica strada possibile e democratica sia quella di ridare la parola ai cittadini attraverso nuove elezioni così, come del resto, avverrà in mezza Europa.

Irresponsabile e antidemocratico, soprattutto con questa crisi pandemica ed economica in corso e con le oggettive incapacità politiche finora dimostrate per gestirla, è il dichiarato scopo di impedirlo unicamente per rimanere aggrappati alla propria poltrona sapendo di non avere più consenso” conclude Alberto Zucchi.