Fine del Superbonus edilizio del “110%” e il day after è ancora un’incognita. Ciò che è certo, invece, è che il 2024 sarà l’anno in cui bisognerà tirare le somme sulla misura in sostegno al settore edilizio più discussa dell’ultimo ventennio, provando a fare un bilancio a bocce ferme.
Anche a livello regionale il “110%” è finito più volte al centro del dibattito, sia politico che mediatico. In particolare, è l’applicazione del Superbonus per l’efficentamento energetico sull’edilizia residenziale pubblica dell’Arer ad aver attirato su di sé l’attenzione, basti ricordare le interpellanze in Consiglio Valle della Lega – presentate lo scorso anno dal Capogruppo Andrea Manfrin – nelle quali si evidenziavano i presunti eccessi o mancanze commesse dalle ditte durante i lavori e i disservizi subiti dagli inquilini. Manfrin, nella massima Assise regionale, parlava espressamente di alcune aziende che si sarebbero collegate abusivamente alla corrente dei condomini, ascensori utilizzati come montacarichi, mezzi che intralciavano ai disabili e ai soccorsi l’ingresso nei cortili, tetti incollati con il silicone, isolanti incompleti e non applicati ad opera d’arte, nonché l’utilizzo di manovalanza non qualificata e l’assenza dell’installazione dei pannelli fotovoltaici. Lo stesso Manfrin aveva anche attaccato sulla possibilità che i lavori iniziati non sarebbero potuti essere portati in cessione del credito completamente, ipotesi che – al momento – si sta effettivamente verificando a macchia di Leopardo.

Una posizione, però, evidentemente non sposata dall’Arer, che invece considera nel complesso positivo l’impatto del Superbonus, pur rilevando alcuni elementi normativi che starebbero dettando dei paradossi significativi.
Arer e Superbonus: la fotografia a gennaio 2024
AostaNews24 ha di nuovo contattato l’Arer, ieri 3 gennaio, per scattare una fotografia panoramica dello stato di avanzamento dei lavori e dell’impatto che il Superbonus ha avuto sugli edifici di residenza pubblica.
I lavori avrebbero riguardato nel complesso 20 comparti, con relative gare d’appalto, su tutto il territorio regionale. Di questi 20, solo 7 sono relativi ai lavori svolti sul Quartiere Cogne – più volte al centro dell’attenzione mediatica -, gli altri 13 sono lotti relativi ad altre aree della città di Aosta, nonché di altri Comuni, quali Châtillon, Issogne, Morgex, Pont-Saint-Martin e Verrès. A complicare il quadro, inoltre, una previsione normativa che distinguerebbe gli stabili totalmente di proprietà pubblica da quelli in cui è presente almeno un alloggio di proprietà privata e che – per paradosso – penalizzerebbe proprio i primi.
I 13 lotti d’appalto fuori dal Quartiere Cogne
Secondo Arer, sulla carta, i 13 lotti appaltati fuori dal Q.Cogne, per un totale di 22 fabbricati, hanno tutti concluso i lavori entro il 31 dicembre 2023. A 2 lotti, però, manca il requisito di aver raggiunto lo stato di avanzamento dei lavori ad almeno il 60% a giugno 2023 per andare in cessione dei crediti al 110%. Questi due casi, inoltre, sono totalmente di proprietà dell’ente: qui scatta un paradosso normativo secondo cui i caseggiati di proprietà totalmente pubblica non potranno andare in cessione del credito nemmeno al 70%, rimanendo così totalmente a carico dell’ente. II bilancio pertanto sarebbe di 11 lotti in cessione del credito al 110% e 2 che verosimilmente finiranno a carico totale dell’Amministrazione regionale.
I 7 lotti del Quartiere Cogne
Decisamente più complessa la situazione del Quartiere Cogne, nel quale – nonostante i lotti appaltati siano solamente 7 – risultano situati oltre la metà degli alloggi Arer efficientati dal punto di vista energetico.



I lavori sul Quartiere Cogne sono iniziati solo nel marzo 2023, più tardi rispetto agli altri lotti, in quanto la linea di finanziamento da parte di Cassa Depositi e Prestiti è stata aperta con tempi lunghi. “Sapevamo che i tempi per concludere i lavori fossero molto più stretti, ma era doveroso provarci”, infatti anticipa l’Ing. Alessia Bosco, dirigente del settore tecnico e dell’utenza dell’ente Arer.
Dei 7 lotti d’appalto aperti (15 fabbricati), solamente uno potrà essere portato in cessione al 110%, ovvero l’unico caso in cui i lavori erano già avanzati al 60% entro giugno dell’anno scorso, sebbene – specifica Arer – nella maggior parte siano poi stati stati conclusi entro il termine del 31 dicembre 2023. Sullo stato di avanzamento dei lavori, AostaNews24 ne aveva già scritto: leggi qui.
Pertanto, in gran parte dei casi i lavori dovrebbero essere terminati, trovandosi nella fase delle ultime rifiniture o nello smontaggio dell’area del cantiere. Gran parte, in ogni caso, non vuol dire tutti, esitono infatti varie eccezioni: il complesso ‘Stura’ dovrebbe essere terminato entro il 2024 a causa di problemi a monte dell’aggiudicazione dell’appalto, andato per due volte deserto. Per i complessi ‘Liconi 3’ e ‘Giacchetti 1’ vi sono poi stati rallentamenti legati a dei conflitti con l’impresa aggiudicataria. Arer rassicura che i tempi per la conclusione di questi lavori – con i relativi disagi – non si procrastineranno oltre al 2024. Tutti i fabbricati in cui è presente almeno un alloggio privato andranno poi in cessione del credito, ma con un’aliquota al 70%. La restante parte sarà a carico dell’Amministrazione regionale. Nei casi invece di stabili interamente di proprietà pubblica, i costi saranno totalmente a carico delle casse valdostane.
Tribunali dietro l’angolo
Che la gestione di un rinnovamento del parco edilizio tanto ampio, attraverso uno strumento molto complesso come il Superbonus, potesse essere foriero di ricorsi o incidenti di natura giudiziaria era immaginabile.
Almeno un caso sarebbe già in essere, relativo ai cantieri – citati sopra – ‘Liconi 3’ e ‘Giacchetti 1’ in Quartiere Cogne, con un ricorso per accertamento tecnico preventivo (ex art. 696 c.p.c.) presentato dalla consorziata catanese che si è aggiudicata i lavori, la quale chiede un’udienza arbitrale in tribunale ad Aosta.

Effettivamente anche dal nostro soprallugo sui cantieri del Quartiere Cogne, i fabbricati in questione risultano decisamente più indietro nei lavori rispetto agli altri. Lo scontro si prepara su diversi profili, i più importanti dei quali circa l’adeguatezza dei progetti esecutivi forniti da Arer e una controversa variazione in corso d’opera che – secondo l’azienda – avrebbe necessitato di un relativo adeguamento economico. Posizione che evidentemente non sposerà Arer.
Arer e “110%”: il giudizio complessivo
Sugli atti – per Arer – la valutazione dell’impatto del Superbonus rimane positiva, anche se il fatto che le casse regionali saranno chiamate a compensare le mancate cessioni di crediti è oramai una certezza. La filosofia di fondo dell’ente, in effetti, si può riassumere così: a fronte di tale un rinnovamento del parco edilizio pubblico, anche se – a conti fatti – solo metà complessivamente sarà stato finanziato con il Superbonus, l’impegno sarà valso la candela.
Un commento per AostaNews24 lo ha rilasciato la dott.ssa Bosco, che – sebbene con alcune incognite – descrive un bilancio complessivamente positivo.
“L’Arer negli ultimi due anni ha avviato un complesso di interventi a valere sulle agevolazioni del Superbonus del 110%, in linea con gli indirizzi forniti dalla Regione Valle d’Aosta. Gli interventi hanno interessato più del 70% del patrimonio di residenza pubblica di proprietà del nostro ente, ovvero 15 fabbricati sul Quartiere Cogne per un totale di 510 alloggi interessati dai lavori, suddivisi in 7 lotti d’appalto. Per quanto riguarda la restante parte del patrimonio di edilizia residenziale pubblica, su tutto il territorio regionale, gli interventi hanno riguardato 22 fabbricati per un totale di 119 allogi divisi 13 lotti. Inoltre, abbiamo avuto anche degli interventi che riguardano i condomini “misti” (Arer/privati) che hanno coinvolto 18 fabbricati e 72 nostri alloggi, sui quali la nostra azione è stata di norma non ostativa”, decrive la dirigente Arer.
Che poi aggiunge: “questi importanti interventi strutturali ci consentiranno di avere un impatto sociale notevole, da punto di vista delle migliorate condizioni vita negli alloggi, dal punto di vista del contenimento dei costi energetici a carico degli inquilini, nonché di un minor impatto ambientale in linea con le future normative europee. Senza contare il complessivo rinnovamento del parco edifici nella disponibilità di Arer. Per noi, visto l’impatto sociale, il risultato è comunque positivo, degno di nota”.
Per valutare la qualità dei lavori sull’edilizia residenziale pubblica servirà però ancora del tempo, peserà soprattutto il tasso e la rapidità della loro usura. Ai posteri l’ardua sentenza.
Giuseppe Manuel Cipollone