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Economia valdostana, crescita moderata: secondo Banca d’Italia è +0,7% nel primo semestre 2025

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di Redazione

L’economia della Valle d’Aosta prosegue la sua espansione, pur con un ritmo più contenuto rispetto al 2024. Secondo l’aggiornamento congiunturale diffuso dalla Banca d’Italia, nel primo semestre del 2025 il prodotto regionale è aumentato del +0,7%, un valore leggermente superiore alla media nazionale e del nord Italia.

Settore industriale in rallentamento

Il comparto industriale mostra segnali di debolezza dopo la stabilità dell’anno scorso. Nei primi nove mesi del 2025 peggiora il saldo tra le imprese che hanno registrato un aumento del fatturato e quelle che hanno segnalato una riduzione. La causa principale è la frenata dell’export, cresciuto solo dello 0,3% nominale e dell’1,8% reale, contro le forti espansioni del 2024.

Le difficoltà maggiori si riscontrano nella metallurgia, nella produzione di macchinari e nel settore delle bevande. Restano invece in crescita le vendite verso Germania, Francia e Svizzera, che assorbono quasi il 60% delle esportazioni valdostane, mentre calano gli scambi con Regno Unito, Stati Uniti e mercati extraeuropei

Servizi e turismo trainano la crescita

A sostenere l’andamento complessivo è il comparto dei servizi, in particolare il turismo. Oltre i 3/4 delle imprese del terziario hanno segnalato un aumento delle vendite. Nei primi nove mesi dell’anno gli arrivi turistici sono cresciuti dell’11,3% e le presenze del 12,2%, con un rafforzamento dei flussi sia italiani che stranieri.

Costruzioni in espansione

Positivo anche il quadro delle costruzioni, sostenuto dai cantieri PNRR e dagli interventi per la mitigazione del rischio idrogeologico. Le ore lavorate in cassa edile aumentano dell’1,8%, mentre a luglio risultano bandite 93 gare PNRR per un valore di 78 milioni di euro, pari al 49% del totale regionale. Il 91% delle gare è stato aggiudicato, una percentuale superiore alle medie del nord e del resto d’Italia.

Investimenti e credito

Dopo la flessione del 2024, gli investimenti mostrano segnali di ripresa, in particolare nei servizi. Rimane elevata la quota di imprese che prevede di chiudere l’anno in utile, soprattutto nel terziario e nelle costruzioni.
Il credito al settore produttivo presenta andamenti divergenti: i prestiti complessivi crescono del 15,2% su base annua grazie ai finanziamenti al comparto energetico, ma al netto di questo settore il credito si riduce del 6,9%. Le banche mantengono criteri di offerta più prudenti, mentre prosegue la discesa dei tassi avviata con l’allentamento monetario del 2024.

Lavoro, consumi e famiglie

Nel primo semestre gli occupati aumentano dello 0,7%, ma la crescita dell’offerta di lavoro porta il tasso di disoccupazione al 4,3%. L’inflazione salita all’1% e il rallentamento del reddito frenano i consumi, che avanzano solo dello 0,7% reale.

Nel mercato dei mutui si osserva una stabilizzazione: le nuove erogazioni raggiungono i 55 milioni di euro, la flessione delle consistenze si riduce (-0,9%) e il tasso medio si attesta al 3,6%. Elevata la preferenza per il tasso fisso, scelto nell’89% delle nuove operazioni.

Depositi e qualità del credito

La qualità del credito mostra un lieve peggioramento, con tassi di deterioramento pari al 2,1% per le imprese e allo 0,7% per le famiglie. Crescono però i depositi bancari (+9,9% su base annua), trainati dalle imprese (+22,8%) e dall’aumento delle giacenze sui conti correnti.

Prospettive

Nonostante le incertezze del contesto internazionale, le prospettive regionali per la fine del 2025 e l’inizio del 2026 restano positive. La fiducia è elevata nei servizi e nelle costruzioni, mentre anche l’industria mostra un cauto miglioramento delle aspettative per i prossimi mesi.

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