Nei corridoi del palazzo comunale di Aosta è tutto un vociare, ipotesi e contro ipotesi si fanno largo in quello che sembra un “caso” interno all’amministrazione pronto a esplodere nelle aule di tribunale. E’ intorno alla figura di Fabio Fiore, comandante della Polizia Locale, che si sta addensando lo scontro, dopo che l’amministrazione comunale ha deciso di bandire un concorso pubblico per dare l’incarico del comando dei vigili urbani ad una figura di tipo dirigenziale.
E non ci sarebbe alcun problema se non fosse che il posto di comandante della Polizia Locale è già occupato, da 15 anni, proprio da Fabio Fiore, in organico al comando di Aosta dal 1996. Lo stesso Fiore che non nasconde di essere determinato a non lasciare l’incarico senza colpo ferire.
L’antefatto
A scatenare la polemica è stata una determina dirigenziale, la n°608 del 22 agosto 2023, a firma di Annamaria Tambini, in cui l’amministrazione Nuti dava mandato di bandire un concorso pubblico entro 30 giorni per la selezione un dirigente da assegnare al comando della Polizia Locale. Un posto che – secondo la delibera – sarebbe “vacante” e dunque indispensabilmente da assegnare.
La reazione è immediata: Fiore sottolinea di aver vinto anni fa un regolare concorso in qualità di ‘ispettore funzionario comandante della Polizia Locale’, pertanto l’amministrazione comunale un comandante lo possiede già.
La linea dell’amministrazione Nuti
Tira dritto il sindaco Gianni Nuti, che difende la ratio della delibera. Esiste una legge regionale che prevede che fino al 15% degli incarichi dirigenziali delle amministrazione pubbliche, come il Comune di Aosta, possano essere assegnati a figure esterne all’organico assunto a tempo indeterminato. E sarebbe proprio per “liberare” tale aliquota – definita come “ragionevole flessibilità” dal sindaco – che sarebbe nata l’esigenza di stabilizzare la figura dirgenziale del comandante dei vigili urbani.
Secondo il sindaco, infatti, Fiore sarebbe stato assunto – dopo aver vinto il concorso – con la sola qualifica di funzionario, a cui erano state assegnate le funzioni dirigenziali in virtù della sopracitata legge. Un incarico quello di comandante della Polizia Locale che gli è stato rinnovato con continuità, ma sempre di tre anni in anni, fino a dicembre 2022. Di lì non sarebbe arrivato un altro rinnovo, ma solo un incarico “protempore – specifica Nuti – nelle more dell’espletamento di una procedura concorsuale per individuare una figura dirigenziale”.
“Noi vogliamo stabilizzare la figura del comadante dei vigili – puntualizza il sindaco, specificando che non sia una misura per penalizzare alcuno. L’incarico di dirigente in questione è oggi vacante, andando a stabilizzarlo libereremo degli spazi di flessibilità per l’amministrazione comunale. Esempi come il PNRR ci dimostrano come sempre più, in futuro, le amministrazioni avranno bisogno di competenze particolari per affrontare determinati bandi o dossier. Dobbiamo essere in condizione, di volta in volta, di aver libero quel 15% che la legge regionale consente per affrontare al meglio ogni eventualità, in altro caso l’amministrazione si troverebbe eccessivamente ingessata”.
La giunta del capoluogo, dunque, va avanti. Entro fine settimana il concorso dovrebbe essere pubblicato sul bollettino regionale e le prove – salvo imprevisti – ai primi del 2024. Nel mezzo delle due versioni contrapposte, le opache riforme della PA che nei decenni si sono succedute e rendono più difficile capire dove sta la ragione se non di fronte ad un tribunale amministrativo.
Giuseppe Manuel Cipollone