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Affitti alle stelle e alloggi fatiscenti: sotto Palazzo regionale monta la rabbia dei residenti delle case popolari

di Redazione

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Monta la rabbia dei residenti delle case popolari, specie al Quartiere Cogne di Aosta dove al tema del caro affitti si somma il disagio cronico di alloggi fatiscenti e degrado.

A promuore la protesta, avvenuta questa mattina in Place Deffeyes in concomitanza con il Consiglio Valle, l’Associazione Q.Cogne, guidata da Rosalia Ventrini. Presenti una cinquantina di residenti, hanno protestato con veemenza contro i politici e il disinteresse verso i quartieri popolari.

Non le manda a dire la Presidentessa dell’Associazione Q.Cogne Ventrini che, megafono alla mano, richiama i politici valdostani ad una maggiore attenzione rispetto ai problemi dei quartieri poveri: “voi guadagnate 10 mila euro al mese, per noi 10 mila euro è l’Ise di un anno. Così non va bene, è una vergogna!“.

Ed in effetti, gli animi si scaldano ben presto e dai convenuti parte la richiesta – diretta ai Consiglieri regionali – di scendere in piazza, con qualche dura invettiva come “vergognosi“.

Il primo a scendere dall’aula del Consiglio Valle è il capogruppo del Carroccio, Andrea Manfrin, accolto da un applauso per aver ascoltato la richiesta della piccola piazza. Il leghista ha avuto un lungo confronto con i residenti delle case popolari, spiegando la posizione e le inizitive assunte in Consiglio Valle dal proprio partito. Proprio sul tema del caro affitti a carico dei meno abbienti – spiega Manfrin – è stata posta un’interrogazione durante il presente Consiglio Valle, il quale aggiunge quanto “non siano concepibili tali salassi“.

Segue nell’incontro con i manifestanti anche Mauro Baccega, evocato poco prima dalla piazza – forse – memore del ruolo di ex Assessore all’edilizia pubblica. Anch’egli ha spiegato a chi protestava le iniziative assunte da Forza Italia, la quale – secondo Baccega – starebbe già operando una dura opposizione in merito all’operato dell’Arer.

Una piccola piazza ma decisamente arrabbiata, che ha chiesto di essere ricevuta dall’Assessore. Richiesta esaudita da Barmasse.

Alla protesta per i rincari, inoltre, si è unita l’ira per le condizioni degli alloggi e la sicurezza. Una famiglia di origine extracomunitaria lamenta di essere in 6 persone stipate in un appartamento fatiscente di poco più che 60 metri quadrati. A riprova mostrano un repertorio di scarafaggi catturati in casa propria: “vogliamo condizioni di vita decenti, anche più sicurezza. Da noi spacciano, non ci sentiamo al sicuro con i bambini“.  

E ancora i residenti storici, che abitano il Quartiere Cogne dai tempi della gestione CAS. Come Carmela Raffa, residente da oltre 30 anni: “una volta si pagava l’affitto in base al reddito, ora sull’Ise. E’ diventato insostenibile, io pago il doppio sia di spese che di affitto. L’affitto è passato da 170 a oltre 300 euro, le spese da meno di 180 euro a più 230. Mio marito è solo un pensionato, ed ho una figlia disabile a casa, non ce la facciamo.

Avvengono anche fatti singolari. L’altro giorno è pasato un tecnico che ci avvisava che avrebbero staccato la luce temporaneamente. Ho chiesto il motivo e mi è stato detto che doveva essere installato il salvavita. Ma come sono 30 anni che abitiamo lì e non c’era il salvavita? Non capisco“.

Oppure Catia Belloni e Monica Diano, due amiche residenti: “vorremmo capire come mai le spese quest’anno saranno mantenute anche d’estate. Solitamente nei mesi estivi le spese condominiali venivano sospese, ora invece no. Sono case popolari, ma sono diventate care come se fossero delle regge. Va bene la crisi e la guerra, ma qui ci prendono in giro. La manutenzione comune poi è carente, ce la dobbiamo fare soli“.

Chiude Sonia Riva, segretaria dell’associazione Q.Cogne, seppur con una nota amara: “vediamo sempre più persone venire da noi a lamentarsi del caro affitti, ora però alla manifestazione contro i rincari qualcuno in più a protestare ci sarebbe dovuto essere. Sennò è troppo facile lamentarsi. In ogni caso, ciò non toglie che il problema esista e morda le caviglie“.

Giuseppe Manuel Cipollone