REDAZIONE@AOSTANEWS24.IT

Edilizia, il 31 dicembre 2023 si avvicina… e sul “110%” è anarchia

Picture of di Giuseppe Manuel Cipollone

di Giuseppe Manuel Cipollone

A pensare al bonus per l’efficentamento energetico del “110%” al ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti viene il mal di pancia, ma per tanti cittadini che si trovano nel limbo del bonus edilizio più “alla carlona” di sempre, il mal di pancia potrebbe venire anche più doloroso: a non quadrare infatti potrebbero non essere solamente i bilanci dello Stato, ma anche quelli di tante famiglie.

Se la misura a favore dell’ediliza è nata sull’onda di buone intenzione, come nella migliore delle tradizioni italiane è mancato il “governo delle conseguenze”. A fronte dei cantieri conclusi, altrettanti si trovano ancora in sospeso con l’incertezza di non riuscire a terminare in tempo per ottenere l’agevolazione al 110% senza finire di colpo in un’aliquota al 70% e senza sconto in fattura, con relativi costi pesanti e improvvisi a carico degli inquilini. Il governo – non senza un certo ritardo e caos comunicativo – pare stia lavorando ad una proroga di tre mesi a favore dei condomini, ma le maglie potrebbero essere così stringenti che sarebbero ben pochi i cantieri aperti a rientrarvi: si parla di una proroga solo per quei condomini che possono vantare un avanzamento dei lavori al 30% già nel 2022.

Nel mentre si moltiplicano le segnalazioni preoccupate dei cittadini che si trovano schiacciati e confusi nelle maglie di un trittico di amministratori ritardatari o poco diligenti, di aziende e general contractor fumosi, banche refrattarie a concedere liquidità e l’agenzia delle entrate che presto potrebbe bussare alla porta di tanti malcapitati. Tutto questo è anche peggiorato dall’ansia dell’imminente scadenza del superbonus, posta al 31 dicembre 2023. E c’è da scommettere che, a breve, arriverà un’impennata di denunce e ricorsi pronti per intasare i tribunali durante i prossimi anni.

I cantieri Arer del Quartiere Cogne

Non solo condomini privati, anche l’edilizia residenziale pubblica rischia di trovarsi esposta ai paradossi del “110%”. Dopo un rapido sopralluogo in Quartiere Cogne, ad Aosta, è facile rendersi conto dei vari cantieri aperti nelle palazzine Arer, però i dubbi sulla tempistica della loro conclusione iniziano a sollevarsi.

Arer – solo sul “quartiere” – ha aperto 7 grandi appalti, per un valore complessivo di 17,5 milioni di euro. Quasi la metà del valore dei lavori a valere sul bonus del 110% che l’ente sta destinando all’intero patrimonio edilizio regionale. I cantieri aperti hanno scadenze comprese fra il 31 agosto – termine già scaduto -, il 20 settembre e i primi di ottobre. Praticamente impossibile, dunque, che le aziende edili aggiudicatarie possano terminare entro la data di consegna lavori prevista in origine: tutte infatti avrebbero già chiesto una proroga.

Ad onor del vero, durante il nostro sopralluogo, degli operai a lavoro ci sono. Certo, forse non nel numero che ci si aspetterebbe in dei cantieri che si trovano in vista della conclusione della stagione meteo favorevole all’edilizia e – soprattutto – del bonus statale. Ma Arer – che effettua direttamente la direzione dei lavori – assicura di esser costantemente attiva sul monitoraggio dell’avanzamento lavori, che non andranno oltre il 31 dicembre 2023.

A mettere ordine sul tema, l’ing. Alessia Bosco, dirigente del settore tecnico e dell’utenza dell’ente di gestione dell’edilizia pubblica: “sul fronte dell’efficentamento energetico attraverso il bonus del 110% ci siamo mossi su tutti i fabbricati del Q.Cogne su cui potevamo intervenire. In effetti, si tratta di un patrimonio immobiliare vetusto, sulla quale gli interventi di efficentamento energetico andranno migliorare gli standard qualitativi e abitativi quotidiani per gli inquilini, oltre che contenere i costi energetici che negli anni sono decisamente aumentati”.

Gli interventi dunque – secondo Arer – serviranno a far calare il costo delle spese condominiali, nella componente energetica, che in più occasioni ha sollevato il malumore degli inquilini delle case popolari.

La dott.ssa Bosco, inoltre, specifica sui tempi corti residui con cui i lavori dovrebbero andare in conclusione: “tutti e 7 gli appalti sono stati tutti aggiudicati, ma i tempi di aggiudicazione – tipici degli appalti pubblici – sono lunghi. A questo poi va aggiunto che l’appalto lo vince l’impresa che fa il miglior prezzo. Ciò qualche volta incide sull’esecuzione dei lavori. Alcune imprese più strutturate sono ad uno stato dei lavori più avanzato, altre meno strutturate ci hanno messo un po’ di più ad adeguarsi. In particolare sulla gestione degli oneri burocratici, i quali lavorando con un ente pubblico sono rafforzati”.

La difficoltà delle aziende nel reperire le risorse umane e – in taluni casi – le materie prime, hanno de facto rallentato i cantieri.

“Sappiamo che i cantieri creano un disagio, per quanto riguarda le tempistiche originarie da contratto – con conclusione dei lavori tra fine agosto e inizio ottobre – probabilmente non saranno rispettate. Praticamente tutte le aziende aggiudicatarie hanno chiesto delle proroghe, che sono già state riconosciute o verranno riconosciute“, ammette la dott.ssa Bosco, che però specifica come Arer avrebbe avuto rassicurazioni che i lavori non si protrarranno oltre la solglia massima del 31 dicembre 2023. Rimane, poi, in campo l’ipotesi di una proroga governativa ai termini per rientrare nel superbonus 110%, dalla quale Arer verosimilmente non dovrebbe trovarsi esclusa.

Se anche così non fosse – specifica la dirigente Arer – “in nessun caso una porzione di 110% che non riusciremmo a portare in cessione del credito potrebbe diventare un problema dei nostri inquilini”. Al contrario che nelle case private, infatti, l’onore decadrebbe totalmente sul bilancio dell’ente.

Giuseppe Manuel Cipollone