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Università – Docenti e personale, una lettera contro il Rettore

di Redazione

di Redazione

Riceviamo e pubblichiamo una lettera da parte del personale docente e tecnico amministrativo sull’attuale situazione di Univda, con il quale chiedono alla politica regionale maggiori risorse e una linea programmatica certa per i prossimi anni, e prendono una dura posizione contro il rettore, accusandolo di mancanza di dispotismo.

 

Care colleghe, cari colleghi,

l’Ateneo valdostano si trova in un momento delicato e complesso, come è anche emerso recentemente sulla stampa. Le persone che ci lavorano, docenti e personale amministrativo, non possono che manifestare la propria preoccupazione per una situazione protratta di immobilismo che rischia di avere serie conseguenze. Conseguenze che, in primo luogo, andrebbero a colpire coloro che dell’università sono i principali protagonisti: gli studenti. L’Ateneo valdostano è giunto nel 2018 al suo diciottesimo anno di età. In questi anni, ha laureato oltre duemila di studenti, valdostani e non valdostani; ha organizzato centinaia di convegni e giornate di studio, ha collaborato con il territorio per la formazione degli insegnanti. In diversi casi, ha raggiunto risultati di qualità delle sue performance che lo hanno posto ai vertici delle classifiche nazionali (CENSIS 2016 e 2017).E tutto questo con un organico stabile che conta attualmente poco più di 100 persone, fra personale docente e tecnico-amministrativo, e un bilancio di circa 9 milioni di euro (molto inferiore a quello di università analoghe per dimensioni o caratteristiche, che raggiungono almeno diverse decine di milioni di euro).Anche a seguito delle dinamiche e dei cambiamenti che hanno interessato lo scenario politico valdostano, il Piano di sviluppo triennale e il bilancio 2019 dell’Università della Valle d’Aosta non sono stati ancora approvati e da gennaio l’Ateneo è in esercizio provvisorio. In questo quadro, negli ultimi due mesi si è di fatto bloccato il normale funzionamento degli organismi collegiali, che hanno il compito e il dovere di governare l’Ateneo. Il Rettore, che dovrebbe essere il primo a garantire le condizioni per un corretto svolgimento delle attività, ha tenuto in sospeso diverse deliberazioni già approvate da tutti gli organismi collegiali dell’Ateneo e ha invece trasmesso unilateralmente un suo documento. Il ritardo che ne deriva rischia di compromettere l’avvio di alcuni corsi di studio per il prossimo anno accademico ai sensi dei requisiti minimi indicati dal MIUR. Si sottolinea che questo documento non è stato discusso con il corpo accademico e soprattutto con gli organismi collegiali quali i Consigli di Dipartimento e il Senato accademico, non più convocato dal 19 dicembre scorso. Il documento non è stato condiviso nelle sedi istituzionali né rispetto alle proposte di reclutamento, né a quelle che prevedono lo sviluppo di nuove filiere formative e di ricerca. Riteniamo assolutamente auspicabile una programmazione a lungo termine, collocata in un quadro stabile di risorse e capace anche di dare risposta alle aspettative di progressione di carriera di tutti i docenti abilitati; tuttavia il documento appare non solo affrettato, ma anche oggettivamente poco attuabile nelle modalità proposte. Altrettanto unilaterale è poi la richiesta del Rettore di esautorare, sostanzialmente e a tempo indefinito,gli stessi organismi accademici dalla loro prerogativa di legge di formulare proposte e ipotesi di sviluppo, e di concedere per di più straordinariamente al Rettore il potere di sospendere l’attuazione delle delibere precedenti. Riteniamo altresì necessario partire da subito con l’attività di reclutamento già deliberata negli organismi accademici e con quella realizzabile a seguito dell’approvazione del bilancio. A fronte di questa unilateralità, il dialogo fra le componenti accademiche si è fatto difficile, per non dire assente. Quello che dovrebbe essere un rapporto collaborativo, improntato alla fiducia reciproca e in ogni caso al rispetto dei reciproci ruoli e delle reciproche prerogative, è purtroppo venuto meno. Un clima come questo non è certo il migliore per una comunità accademica, istituzionali che dovrebbe configurarsi come il luogo privilegiato per la condivisione di idee e proposte in vista della diffusione, il più libera e aperta possibile, della conoscenza. In questo contesto, auspichiamo che si possano trovare al più presto le soluzioni per riprendere un percorso di sviluppo dell’Ateneo, basato in primo luogo sul rispetto dello Statuto e sulla corretta interlocuzione tra tutti gli organismi che nel loro complesso compongono l’Università della Valle d’Aosta.

 

Aosta, 19 febbraio 2019Maria Grazia Monaci e Marco AlderighiDirettori dei Dipartimenti di Scienze Umane e Sociali e di Scienze Economiche e Politiche